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Dolce e salato
Troppi zuccheri e troppo sale. Dolce e salato: la passione delle industrie alimentari. Cibi troppo ricchi di sale o dal gusto eccessivamente dolce, per irretire il consumatore. L'industria alimentare conosce i trucchi per guadagnarsi il favore del pubblico: indugiare nel dolce e nel salato. Ma mangiare troppo dolce e salato non fa certo bene se diventa la regola. Più volte si è chiesto al settore di produrre meno salato per tutelare la salute degli ipertesi (non a caso in aumento); l'azienda alimentare si è opposta compatta. Spiegazione: i produttori sono spaventati dalla reazione di un pubblico abituato ormai da troppo tempo a mangiare sempre un po' più dolce e un po' più salato. Eliminando il contenuto di sale nei cibi, questi giungerebbero meno graditi alle papille gustative del consumatore medio. Dolce e salato, dunque, non si toccano. Il consumatore che vuole tutelare la propria salute dovrà farlo autonomamente, astenendosi dalla maggior parte delle leccornie in commercio. Il gusto salato, in particolare - si difendono i produttori - è talvolta ncessario alla conservazione stessa dei cibi (salumi, insaccati, formaggi, ecc.) e diminuirlo potrebbe compromettere la sicurezza degli alimenti e la durata di conservazione dei cibi. Così, mentre l'organismo - per mantenersi sano - preferirebbe una quantità limitata di dolce e salato e gustare più i sapori al naturale, di fatto cibi, snack, carni e pane sono sempre più "saporiti", spesso artificialmente peraltro. La quantità di dolce e salato in una dieta media andrebbe ridotta del 25%: meno sodio, meno calorie significa maggiore salute. Mangiamo troppo e male. L'alimentazione non dovrebbe superare i 6 gr. di sale al giorno; si va invece ben oltre con conseguente aumento dei casi di ipertensione. E per il dolce è lo stesso. I casi di diabete di tipo 2 in crescita ne sono una riprova negativa.
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