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Funziona meglio sugli obesi

Capita di andare al supermercato e riempire il carrello di prodotti invitanti... per l'aspetto, il design della confezione, la disposizione (gli oggetti vicino alle casse sono per lo più dolciumi e prodotti che acquistati d'istinto, che non fanno parte della lista della spesa) e sì, per l'odore.

L'odore dei cibi che invita all'acquisto: è il marketing olfattivo.

Diffondere aromi e fragranze invitanti per portare a fare incetta di cibi non proprio salutari, far credere che la frutta sia matura (es. i meloni).

Il forno che emana sempre quell'odorino... 

I più soggetti agli effetti del marketing olfattivo, svela una ricerca, sono proprio i soggetti obesi. Chi mangia molto è più sensibile agli odori. Il naso si allena al profumo del cibo e gli obesi hanno un super olfatto.

Il marketing olfattivo ha dunque negli obesi ottime vittime potenziali. Lo svela una ricerca inglese  pubblicata su 'Chemical senses'.

A sentire prima il profumo di cibi come pollo arrosto e cioccolato sono le persone con qualche chilo di troppo.
L'area del cervello che elabora le informazioni legate ai profumi alimentari è collegata ai centri di controllo dell'alimentazione nella materia grigia.

Il marketing olfattivo gioca un effetto maggiore a stomaco pieno. Ma allora più si mangia e più si avverte il richiamo del cibo?
Pare di sì, per questo, quando si è a dieta, è opportuno fare la spesa tenendo fede alla lista ed evitando tentazioni.
In barba al marketing sensoriale, ciò che mettiamo nel carrello sarà certamente più dietetico e salutare.

 


Marketing olfattivo 

Profumo dei cibi e marketing olfattivo

Marketing sensoriale

L'odore dei cibi

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