Calcoli ai reni: definizione, sintomatologia e cura
Ogni anno oltre un milione di persone si ammalano di calcolosi renale,
un disturbo che riguarda prevalentemente il sesso maschile, in un'età
compresa dai 30 ai 50 anni. La patologia, di natura recidivante, si
caratterizza per la formazione di calcoli ai reni che da lì possono poi
spostarsi nelle vie urinarie o nella vescica (in tal caso si parla di
cistinuria, una malattia ereditaria).
Calcoli ai reni, definizione
Ma che cos'è il calcolo? I calcoli sono agglomerati di cristalli di
sali di calcio, acido urico, sali di magnesio o ammonio che hanno
l'aspetto di piccoli sassi e una dimensione variabile da pochi
millimetri ad alcuni centimetri. La loro genesi è dovuta alla mancata
eliminazione di sostanze minerali tramite le urine. Questa eliminazione
avviene nei reni, che si occupano di espellere queste sostanze di
rifiuto, ma che, quando non svolgono propriamente il loro compito,
lasciano allora dei sedimenti di calcio che si compattano: nasce il
calcolo renale.
Tramite un esame delle urine è possibile rilevare l'esubero di sali
minerali nelle urine: l'esame infatti può rilevare la presenza di
calcio nelle urine superiore alla norma (ipercalciuria) o di ossalato
(iperossaluria).
Calcoli ai reni, le cause
Non sono ben note le cause che provocano i
calcoli ai reni, ma essitono fattori di rischio che possono essere neutralizzati
con opportune misure di prevenzione.
Questi i fattori di rischio:
- predisposizione familiare
- mancanza di adeguata idratazione nella dieta (si beve poca acqua)
- ipersudorazione
- consumo di alimenti che aumentano l'ossalato di calcio (spinaci, cioccolata, frutta secca, ecc.)
- consumo di integratori di sali minerali e di acque molto mineralizzate (ovvero a residuo fisso elevato), coca cola
- frequenti infezioni dell'apparato urinario (ad esempio cistiti)
- malattie predisponenti come l'iperparatiroidismo) e i postumi di fratture ossee
Calcoli ai reni, sintomi
Una volta che si formano i calcoli ai reni, questi possono bloccare
le vie urinarie. Il paziente allora avverte forti dolori al fianco che
si estendono anche all'addome: si parla in questo caso di coliche
renali. Sintomi correlati al dolore sono il vomito, la febbre e la
difficoltà a urinare.
Calcoli ai reni, diagnosi
I calcoli ai reni sono
diagnosticabili tramite ecografia, radiografia (tranne che nei calcoli
di cistina o acido urico), l'urografia e la TAC spirale. Quest'ultimo è
l'esame più idoneo. Anche la presenza di sangue nelle urine può essere
correlata ai calcoli renali.
Calcoli ai reni, la cura
Quando il paziente avverte i sintomi di una colica renale, è possibile
somministrargli antidolorifici, anstispastici o antinifammatori per
ridurre il dolore e permettere al calcolo di spostarsi nella vescica. Da
lì, nel caso di calcoli di pochi millimetri, ci può essere l'espulsione
spontanea (ci vuole qualche giorno). Per facilitare l'espulsione del
calcolo, il paziente deve bere molta acqua (nell'ordine di parecchi
litri in poco tempo), per fare in modo che la spinta di un grosso
quantitativo di urina aiuti a cacciar via il calcolo.
Nel caso il
calcolo renale sia di grosse dimensioni si procede all'esportazione
dello stesso: per via endoscopica (il calcolo viene frantumato tramite
delle sonde in pezzi più piccoli per permetterne l'espulsione), tramite
litotrissia (terapia per mezzo di onde d'urto oppure, nel caso di
quelal renale, esportazione diretta del calcolo) e la tecnica
chirurgica a cielo aperto (operazione id asportazione con apertura
dell'addome, nel caso di calcoli ai reni molto grossi). Solo i calcoli
di acido urico possono permettere un trattamento farmacologico.
Calcoli ai reni, prevenzione
Chi soffre di calcoli ai reni deve bere molto (almeno un litro e mezzo
di acqua al giorno) preferendo l'assunzione di quasi mezzo litro solo
nella mattinata e in un unica somministrazione.
Consigliabile anche una
regolare attività fisica.
Link utili:
Centro Studi Calcolosi Renale
Calcolosi renale
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