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Incriminata la dopamina, sarebbe lei a causare comportamenti eccessivi  

Cure morbo di Parkinson: sotto accusa sembrano finire i farmaci per il Parkinson a base di dopamina, benefici per il controllo che esercitano sui sintomi della malattia. Motivo: sembrano scatenare comportamenti compulsivi nei pazienti. Non resta che sperare in una prossima cura con le cellule staminali.

Persone colpite dal Parkinson, la malattia del sistema nervoso, che si danno ad eccessi di tutti i tipi: gioco d'azzardo, shopping compulsivo, cibo, vita sessuale. La spiegazione forse è nel farmaco usato come cura del morbo: a base di dopamina. Ne parla l'Associazione italiana parkinsoniani in occasione del 31° convegno nazionale.

"La dopamina è il neurotrasmettitore del movimento, ma anche del piacere e della motivazione - spiega Ubaldo Bonuccelli, del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Pisa - in pazienti predisposti la stimolazione dopaminergica, specie quella operata dai dopaminoagonisti, scatena un disturbo del controllo degli impulsi per cui si sviluppano alcune compulsioni". Sono il gioco d'azzardo, lo shopping compulsivo e gli eccessi nel rapporto con il cibo e nella vita sessuale le compulsioni riscontrate in una percentuale di circa il 10% dei pazienti. Ricerche effettuate presso il centro Parkinson degli Icp di Milano mostrano che il gioco d'azzardo è associato ad una eccessiva stimolazione indotta dai farmaci anti-Parkinson dell'emisfero cerebrale di destra, quello della "creatività". Compito del neurologo, dunque, individuare i soggetti a rischio e di prevenire lo svilupparsi di questi comportamenti approfondendo i tratti comportamentali che possono portare allo sviluppo di disturbi dell'autocontrollo. Inoltre esistono anche percorsi di sostegno psicologico sia per i pazienti che per i loro familiari.

Per quanto riguarda il futuro terapeutico atteso e sperato, l'uso di cellule staminali per la cura della malattia di Parkinson potrà aprire le porte a nuove terapie. "La speranza del futuro sono le cellule staminali: cellule staminali adulte della stessa persona possono infatti andare a rigenerare i neuroni morti", conferma Gianni Pezzoli, presidente dell'Associazione italiana parkinsoniani, secondo il quale "sulla scia di quanto accade già in altri paesi anche in Italia sono state avviate delle sperimentazioni su pazienti, non riconosciute però dalla scienza ufficiale". 

 

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