Avere una formazione musicale aumenta il flusso di sangue alle aree del cervello responsabili del linguaggio e della musica

Lo studio dell’Università di Liverpool dimostra come la musica migliori l’elaborazione del linguaggio e quindi che le due aree cerebrali abbiano delle parti in comune.

Grazie a due studi separati, che hanno analizzato l’attività  attività cerebrale di musicisti e non, la dott.ssa Amy Spray e il suo team, hanno sottoposto 14 musicisti e 9 non musicisti a sedute di realizzazione di musica e parole, per poi osservarne gli effetti sul cervello. I modelli cerebrali dei musicisti risultano similari in tutti e due i compiti, cosa che non vale per i non musicisti. In un secondo studio alcune persone non-musiciste hanno cercato di creare parole e riconoscere della musica, valutando i risultati come nel primo studio. La stessa cosa è stata fatta dopo che era stata impartita loro mezz’ora di formazione musicale, mostrando dei cambiamenti significativi che avvicinavano questi risultati a quelli precedentemente riscontrati nei musicisti. «Questo – spiega il dottor Georg Mayer, psicologo dell’Università di Liverpool – suggerisce che gli schemi cerebrali correlati sono il risultato dell’utilizzo di aree ritenute essere coinvolte nell’elaborazione del linguaggio. Possiamo quindi supporre che la formazione musicale si traduce in un rapido cambiamento nei meccanismi cognitivi utilizzati per la percezione della musica e questi meccanismi condivisi sono di solito impiegati per il linguaggio».

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