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I giovani che fumano marijuana anche solo occasionalmente possono avere ripercussioni per il cervello
L’uso della marijuana causa cambiamenti strutturali in alcune regioni del cervello legate alla motivazione, all'emozione e alla ricompensa, come scoperto da un recentissimo studio.
Un gruppo di giovani che ha preso parte allo studio in questione, ha subito cambiamenti significativi nella forma e nella densità del nucleo accumbens, una regione del cervello coinvolta nella ricompensa e dipendenza, e dell'amigdala, da cui dipende il processo di formazione dei ricordi a lungo termine. Questi cambiamenti dimostrano che il cervello dei consumatori di marijuana anche solo occasionali, rende potenzialmente una persona più vulnerabile alla dipendenza dalla droga e alla modifica dei processi di pensiero ed emozionali, in modi sconosciuti. "Si tratta di due regioni del cervello con cui sarebbe bene non pasticciare"- ha detto Hans Breiter, autore senior dello studio e professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Northwestern University Feinberg School of Medicine - "Tutte le parti del cervello sono importanti, ma alcune, come queste, sono fondamentali. Si solleva un problema molto grave, dato che abbiamo visto questi cambiamenti in consumatori solo occasionali di marijuana". Precedenti ricerche avevano rivelato simili cambiamenti nella struttura del cervello tra consumatori abituali di marijuana, ma questo è il primo studio a dimostrare che anche l'uso occasionale della sostanza può alterare il cervello di una persona. Questi risultati potrebbero assumere un grande significato, dato che sempre più Paesi stanno considerando la via della legalizzazione. "Quanto prima è l'inizio del consumo in un giovane, maggiori sono le potenziali peggiori conseguenze che si potrebbero riscontrare - ha detto Breiter - Noi non sappiamo quanto è sicura, ma sappiamo che non è innocua. Non sappiamo quali siano i danni, ma sappiamo che esistono". Altre conseguenze negative rilevate per la salute sono quelle associate all'uso combinato con alcol, tabacco e farmaci da prescrizione. Un altro studio, opposto, ha coinvolto 40 persone di età compresa tra i 18 ei 25 anni. Metà di loro ha detto di aver fatto uso di marijuana almeno una volta la settimana, l'altra metà mai. Attraverso colloqui psichiatrici si è osservato che i fumatori non soddisfacevano i criteri della tossicodipendenza: l'uso di marijuana non ha interferito con i loro studi, il lavoro o altre attività e non hanno avuto bisogno di aumentarne la quantità dopo tempo. I ricercatori si sono poi avvalsi della risonanza magnetica per studiare il cervello dei partecipanti, concentrandosi sull’amigdala e sul nucleo accumbens, analizzando tre misure di volume, forma e densità della materia grigia e ottenendo una visione completa di come ogni regione era stata colpita. La densità della materia grigia nell'amigdala e nel nucleo accumbens era significativamente aumentata nei fumatori di marijuana rispetto ai non fumatori, indicando una crescita abnorme dei neuroni in quei luoghi del cervello, con il risultato che entrambe le regioni cerebrali erano diventate di forma anomala. Il prossimo passo della ricerca sarà quello di vedere come queste anomalie strutturali modifichino il comportamento.
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