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I valori clinici di riferimento delle analisi sono affidabili?
Dopo le abbuffate di Natale e Capodanno i valori clinici delle analisi possono schizzare alle stelle. I valori “normali” o di riferimento sono un lontano ricordo. Transaminasi alte, colesterolo al limite, trigliceridi sospetti, glicemia, urea e pressione arteriosa da tenere sotto controllo. Ma è davvero sempre così? I valori normali in laboratorio sono effettivamente validi per tutti?
In parte: ad esempio è bene differenziare in primis tra adulti e bambini e quindi anche tra uomini e donne, ma anche da laboratorio a laboratorio.
Nel testo “Valori normali in Medicina” di M. Jakob, Cic edizioni internazionali, si può trovare: “Si rammenti che i valori di riferimento non rappresentano valori assoluti, ma subiscono oscillazioni e variazioni determinate da molteplici fattori: l’uso di reagenti o apparecchiature diverse, ad esempio (…) Non si trascuri mai, quindi, di confrontare i valori normali con quelli in uso presso il laboratorio interno della propria struttura. I progressi della medicina (…) porteranno inevitabilmente ad un aumento del numero dei parametri in uso”.
La logica conclusione di questa riflessione, pertanto, è che per leggere i risultati delle nostre analisi è consigliabile farsi aiutare dal medico di famiglia che, sulla base dell’esperienza e della conoscenza individuale del paziente, valuterà se è il caso di allarmarsi o meno per un “normale" valore alterato.
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