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Dislipidemia: attenzione ai valori dei lipidi.
I lipidi non sono dannosi per la nostra salute. Ma l'alimentazione sbagliata, condizioni ereditarie e fattori di rischio associati possono portare ad un aumento del valore normale e non pericoloso di grassi nel sangue. Le dislipidemie sono condizioni che possono portare alla manifestazione di problemi cardiovascolari.
Conoscerne le cause e prevenirne le conseguenze dannose è la soluzione per non incorrere in infarti e malattie coronariche.
I maggiori fattori di rischio cardiovascolare si possono riassumere sotto un'unica etichetta: dislipidemie. Per dislipidemie si intendono tutte le condizioni cliniche caratterizzate da incremento di grassi nel sangue. Condizioni che se sottovalutate possono predisporre un soggetto a malattia coronarica (vale a dire all’infarto miocardico) così come l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, il fumo di sigaretta e la sedentarietà. Per conoscere ed approfondire tutti i possibili fattori di rischio delle malattie miocardiche consigliamo di approfondire la lettura sul sito che specifica le modalità di rischio dovute alle dislipidemie. Le dislipidemie sono condizioni che si possono e si devono controllare, sono trattabili e curabili con la dieta e nei casi conclamati con i cosiddetti farmaci ipocolesterolemizzanti o ipolipemizzanti. Ma è anche una patologia che può rimanere per anni asintomatica, per poi manifestarsi improvvisamente ed in modo drammatico, quando ormai il danno è fatto.
I grassi non rappresentano un pericolo diretto per la salute dell’uomo, fino a quando la loro concentrazione non supera un valore raccomandato. L'importante è distinguerne la funzione e tenere sotto controllo il livello nel sangue.
Va sottolineato inoltre che la dislipidemia non è sempre dipendente da un'alimentazione super abbondante di grassi. Infatti in alcuni casi può essere una situazione geneticamente trasmessa o può essere la manifestazione di altre malattie preesistenti come il diabete, l’ipotiroidismo, la calcolosi della colecisti, l’insufficienza renale cronica, o ancora l’assunzione di medicine che aumentano il colesterolo cattivo e riducono quello buono (cortisone e pillola anticoncezionale ad esempio). L'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1970 ha adottato convenzionalmente una classificazione in sei tipi di dislipidemie. Poi ci sono Le dislipidemie familiari ereditarie dovute a mutazioni di uno o più geni. Queste forme sono piuttosto rare e non è facile fare una corretta diagnosi. Per questo motivo esistono dei centri specializzati nella diagnosi di queste forme. Infine si possono avere dislipidemie miste con associazione di concause da affrontare con una terapia specifica. Essendo fattori di rischio silenziosi e di difficile identificazione le dislipidemie sono un problema da affrontare già in giovane età. Con l'aumento dei casi di diabete infantile e della tendenza all'obesità infatti la tendenza alla cardiovasculopatia aterosclerotica nei bambini è sempre più un rischio diffuso.
Per approfondire:
Dal sovrappeso alla dislipidemia
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