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Il trapianto nei bambini
Nonostante le difficoltà di ordine tecnico e d’impatto emotivo ormai il trapianto di fegato in età pediatrica è una pratica clinica possibile e di successo, come negli interventi in età adulta. Questa attuale realtà è il frutto di un lavoro congiunto tra chirurghi del trapianto e pediatri gastroenterologi/epatologi che si è sviluppato grandemente in alcuni centri specialistici. Per la sua specificità il trapianto richiede particolare attenzione all’aspetto psicologico su tutto l’ambito familiare.
Mettere il bisturi su un bambino è davvero impressionante. Ma a volte necessario. Succede che una delle patologie più degenerative e pericolose come l’epatopatia congenita riguardi molti piccoli pazienti e che nella maggior parte dei casi questi necessitino di un trapianto di fegato già nei primi due anni di vita. Il pericolo è la vita stessa del piccolo. L’organizzazione del sistema dei trapianti pediatrici nazionale è attualmente operativa in modo efficace e soddisfa le richieste grazie all’utilizzo di tecniche chirurgiche particolari come lo split, annullando di fatto le liste d’attesa pediatriche.
Il trapianto rappresenta a volte l’unica possibilità di sopravvivenza per i piccoli malati. La valutazione e la preparazione al trapianto spetta ai pediatri specialisti. Il medico definirà la reale necessità del trapianto e distinguerà i casi che possono ancora essere trattati solo con la terapia medica. Anche per i bambini, come per gli adulti, ci sono degli score che permettono di valutare la gravità della situazione, in questo caso viene utilizzato lo score PELD.
L’iter operatorio e di convalescenza è simile a quello per un adulto. Una volta che si viene allertati dal centro trapianti di riferimento, ci si deve recare in ospedale appena si rende disponibile un organo compatibile. Effettuato l’intervento il bambino verrà ricoverato nella terapia intensiva pediatrica così da permettere un attento controllo. Appena le condizioni generali lo consentono, il bambino viene trasferito in pediatria dove resta ricoverato fino alla dimissione.
Utili e indispensabili saranno i controlli periodici durante la fase di recupero, soprattutto per allontanare il rischio di eventuali infezioni e per il controllo del dosaggio della terapia immunosopressiva. L’obbiettivo post-operatorio sarà poi quello di far recuperare al bambino trapiantato una condizione di vita il più possibile normale. Il gioco, la scuola, gli amici, l’attività sportiva saranno un aiuto alla riabilitazione dei piccoli pazienti, dando grande attenzione all’informazione di chi avrà la responsabilità di occuparsi della loro formazione e della salute quotidiana. Un’attenzione particolare va posta infine alla possibilità di contrarre malattie infettive dell’età pediatrica. Importanza decisiva rivestono perciò le vaccinazioni somministrate prima e dopo il trapianto che consentono di prevenire un buon numero di malattie.
Centro Nazionale Trapianti
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