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Non solo farmaci contro l'epilessiaL'epilessia è un problema troppo trascurato. Se ne parla, ma sempre con grande imbarazzo. E la situazione attuale è questa: delle oltre 300.000 persone con epilessia in Italia, il 30% è in condizione di farmacoresistenza, nonostante i numerosi nuovi prodotti in commercio. Per controllare le crisi epilettiche non ci sono molte strade: la diagnosi corretta e i farmaci. Ma si aprono nuove strade.
Non è un caso che la ricerca è sempre più sensibile ad un problema come l'epilessia e si mobilita per ottenere finanziamenti per la ricerca a favore di cure. Così dal 2007 due associazioni sostengono progetti di ricerca sulle epilessie farmaco-resistenti, promossi dagli istituti italiani di ricerca: sono Aice (Associazione Italiana Contro l'Epilessia) e Fire (Federazione Italiana per la Ricerca sull'Epilessia). E guardando il problema da un altro aspetto le cose non vanno meglio. Dall'ultimo congresso della Società Italiana di Neurologia infatti è emerso che il 38% della popolazione europea soffre di diversi disturbi cerebrali, che vanno da depressione, epilessia e malattia di Parkinson, fino ad arrivare a ictus cerebrale e demenza. Un motivo in più per non trascurare il problema epilessia! Se una diagnosi viene effettuata in modo preciso e precoce i trattamenti che attualmente sono a disposizione dei pazienti hanno un'efficacia nell'80% dei casi. Il restante purtroppo appertiene alla categoria dei farmacoresistenti. Per loro e per la cura dell'epilessia in genere si diffondono sempre di più tecniche chirurgiche efficaci. Questi i risultati dell'uso della tecnica chirurgica: circa la metà dei pazienti affetti da epilessia che si sottopongono a un intervento smette totalmente di riportare crisi per almeno dieci anni. Lo studio pubblicato su Lancet condotto dall'University College London Institute of Neurology, su 615 pazienti con epilessia refrattaria focale ha messo in luce che il 52% delle persone sottoposte ad intervento chirurgico non ha avuto attacchi per i cinque anni successivi ed il 47% dei pazienti operati è stato libero da attacchi per dieci anni. E' forse stata trovata la vera alternativa ai farmaci epilettici? non proprio. Gli studi infatti confermano che nonostante tutto il ricorso ai farmaci non può essere abbandonato. Oltre alla terapia neurochirurgica un'altra strada è quella della neurostimolazione vagale. Soprattutto nel bambino i ricercatori australiani dell’ospedale di Melbourne hanno ottenuto un dimezzamento degli attacchi in oltre la metà dei casi, con punte del 78% anche in forme gravi di epilessia, riportando inoltre una progressiva riduzione della gravità delle crisi con aumento del periodo di benessere, scomparsa degli attacchi diurni e ridotta ospedalizzazione. Anche la dieta soprattutto nei casi di epilessia infantile può avere un ruolo fondamentale nel controllo delle crisi epilettiche. Ecco come. Secondo alcuni studi le crisi diminuiscono seguendo una dieta rigorosa ricca di grassi e povera di carboidrati. Questa particolare dieta, chiamata dieta chetogena, fa sì che il corpo metabolizzi i grassi anziché i carboidrati. La dieta chetogena va prescritta da un dietologo per evitare le conseguenze dannose dovute al deficit di sostanze nutritive. Dubbie sono invece le proprietà curative delle vitamine. |