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Anestesia clinica: quali sono le sue applicazioni nella chirurgia estetica
Diciamo la verità: l'anestesia clinica spesso
rappresenta, per larghi strati della popolazione, un elemento psicologico
fortemente ostativo al naturale desiderio di migliorarsi esteticamente mediante
un intervento chirurgico.
Tale assunto sull'anestesia clinica corrisponde a verità, sia considerando interventi di tipo estetico
sia, più in generale, qualsiasi tipo d'operazione chirurgica. La resistenza/renitenza psicologica all'intervento da parte d'una qualunque
persona, tuttavia, è probabilmente più accentuata nel caso della Chirurgia Estetica, poiché - non
dimentichiamolo - si tratta di una chirurgia "per persone sane"
(ovvero con assenza di patologie particolari), ed è quindi lecito aspettarsi
che ogni intervento arrechi minori disagi possibile, mentre in presenza di
problematiche altrimenti non risolvibili se non chirurgicamente, il soggetto
tende spontaneamente a "farsene una ragione".
Ma quali le cause di tale "opposizione psicologica" in entrambi i
casi?
Le ragioni possono essere molteplici, soggettive o circostanziate al singolo
individuo. Ma la maggioranza delle persone, ancor prima di divenire "paziente",
possiede una "paura inconscia" dell'anestesia clinica, spesso immotivata,
dovuta con ogni probabilità all'equazione mentale "sonno indotto = perdita
di conoscenza = totale incontrollabilità della situazione cui ci si
espone".
Inoltre, essendo l'anestesiologìa una disciplina che non "riceve" la
curiosità o l'attenzione del grande pubblico, se non quando agli onori della
cronaca assurgono i rarissimi casi d'incidente (peraltro sempre determinati da
altre complicanze), va da sé che l'anestesia clinica "non faccia notizia" e
dunque, in genere, le persone ne sanno molto poco.
E come è noto "meno
saperne = più paura averne". Al fine di eliminare alcuni falsi timori sulla anestesia clinicia, è opportuno fare due considerazioni:
1) Per la chirurgia di nostro interesse, va evidenziato come l'anestesia clinica
utilizzata durante i vari interventi non sia sempre quella "generale"
o "totale" (ovvero sonno indotto): il più delle volte, infatti, in Chirurgia Estetica si lavora in anestesia
"locale", similmente a quando siamo dal dentista.
2) Qualunque sia la tipologia d'anestesia clinica scelta, è facilmente intuibile come
per minimizzare i disagi "globali" dell'intervento sia fondamentale
l'apporto collaborativo di un'anestetista di grande esperienza nel settore
specifico. In altre parole è importantissimo che tale specialista possieda un
grado di competenza professionale estremamente elevato e abbia al contempo un
preventivo, consolidato, stretto rapporto d'intesa con il chirurgo.
A mio
parere solo così sarà possibile garantire al paziente un elevato livello di
sicurezza, oltrechè vantaggi diretti e immediati quali una vera analgesia
durante l'intervento, un post-operatorio breve e la totale assenza d'effetti
collaterali.
Articolo a cura del dottor Vincenzo Del Gaudio Specialista in Chirurgia Plastica & Estetica a Firenze (Mastoplastica - rinoplastica - ultrashape- lipoaspirazione)
www.vincenzodelgaudio.com
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