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la riduzione del senoLa riduzione del seno o mastoplastica riduttiva

La maggior parte delle pazienti che richiedono un intervento di plastica riduttiva della mammella hanno attentamente vagliato la loro decisione prima di rivolgersi al chirurgo plastico. Sebbene la maggioranza delle donne si indirizzino verso la chirurgia per sensazione di dolore e disagio fisico, non v’è dubbio che anche esigenze estetiche, pur inconsce, abbiano un’importanza nella scelta, che sarà quindi determinata da fattori di ordine fisico e psicologico. La plastica di riduzione mammaria bilaterale è in genere risolutiva; pur tuttavia nei casi più inveterati, se a seguito dell’intervento di riduzione del seno non si ha un significativo miglioramento dei sintomi, è consigliata una rieducazione motoria mediante fisioterapia. 

Da quanti anni si praticano gli interventi di riduzione del seno?

La storia della plastica di riduzione del seno ha inizio con il trattamento della ginecomastia. Paulus Aegineta, noto chirurgo di Bisanzio del XVI secolo, descrisse una plastica riduttiva mammaria per il trattamento della ginecomastia nel sesto dei suoi sette volumi di medicina. Sebbene non vi siano prove che attestino l’impiego di questa tecnica anche nelle donne, Ambroise Paré attribuì la descrizione delle tecniche di plastica riduttiva mammaria.

Le basi concettuali attuali della plastica di riduzione del seno erano già state ben descritte anteriormente alla Prima Guerra Mondiale: resezione cutanea e ghiandolare, trasposizione del capezzolo. Nonostante ciò, le prime plastiche di riduzione del seno sarebbero state considerate in termini moderni un fallimento! Tessuto cutaneo e sottocutaneo venivano escissi assieme a resezioni ghiandolari di modestissima entità per evitare necrosi del capezzolo.
L’era moderna della riduzione del seno inizia a pieno diritto con Strombeck (1960). Egli descrisse una tecnica di riduzione sulla base del modello chiave-serratura. Questa ha permesso una riproducibilità e sicura trasposizione del capezzolo, consentendo ai chirurghi la ricerca di una soluzione per il modellamento della ghiandola mammaria.

L’evoluzione delle tecniche sono basate sull’importanza di programmare una resezione facilmente riproducibile che permetta di ottenere mammelle esteticamente di buona qualità. (McKissock 1976). Negli ultimi tempi si è cercato di mettere a punto tecniche che limitino il più possibile le cicatrici residue, grazie, anche, all’ausilio dato dalla lipectomia associata a suzione. Tali tecniche vengono spesso personalizzate da un chirurgo esperto in relazione alle caratteristiche della mammella (dimensioni, consistenza, forma…).

Perché e quando si consiglia di sottoporsi all’intervento di riduzione del seno?

La riduzione del seno è indicata per migliorare lo sconforto fisico e psichico conseguente a un seno enormemente aumentato di volume. Oltre che a migliorarne la forma serve a restituire un profilo naturale ed un rapporto normale tra: torace-mammelle-areole. Riassumendo, i fattori che possono indurre a sottoporsi ad intervento chirurgico correttivo delle mammelle sono:
mammelle troppo grandi rispetto alle proporzioni del corpo;
seno pesante e pendente;
diversità di forma e volume tra le due mammelle;
presenza di dolori al collo, alla schiena ed alle spalle indotti dall’eccessivo peso delle mammelle, che produce incurvamento della colonna vertebrale, ossia concorre nel determinare cifosi dorsale, con prominenza addominale;
irritazioni croniche cutanee del solco sottomammario;
restrizione dell’attività fisica dovuta all’aumentato volume e peso delle mammelle;
presenza di deformità della regione acromio-clavicolare “segno della spallina”;
insoddisfazione della propria immagine corporea in relazione alle dimensioni del proprio seno
.

A che età si può intervenire con la riduzione del seno?

L’intervento di riduzione del seno può esser praticato a qualsiasi età, dopo la pubertà. Sebbene la gravidanza e l’allattamento possano produrre significativi cambiamenti di volume e forma, molte donne decidono di intervenire prima d’eventuali gravidanze, e si prefiggono di correggere eventuali modificazioni in un secondo tempo.

Quali sono le cicatrici residue?

L’intervento di riduzione del seno comporta delle cicatrici che sono localizzate intorno all’areola, nel solco sottomammario e lungo una verticale che unisce le precedenti. Nel ridurre la ghiandola mammaria e la cute che la riveste, si pone l’attenzione anche nel ridimensionamento congruo delle areole stesse.

In quale modalità viene eseguito l’intervento di riduzione del seno?

L’intervento viene eseguito in anestesia generale e richiede una breve degenza in casa di cura.

Quale è il trattamento post-operatorio?

Dopo alcune ore dall’intervento il soggetto può riprendere le proprie attività con moderazione ed inizierà ad alimentarsi. Il soggetto viene dimesso, con un reggiseno contenitivo, il giorno seguente all’intervento, dopo la rimozione di eventuali drenaggi. Tra la quinta e la settima giornata post-operatoria vengono rimossi la cerottazione e i punti di sutura cutanei. Da questo momento può praticare la detersione in doccia. I movimenti delle spalle e delle braccia devono essere limitati nei primi giorni, poi concessi con prudente gradualità. Per la guida dell’automobile si consiglia di attendere almeno una settimana, l’attività sportiva richiede ancora 3-4 settimane di riposo.

Ogni intervento può nascondere complicanze, quali sono nel caso della riduzione del seno?

Le complicanze che possono verificarsi sono di due tipi: quelle legate all’anestesia generale (vedasi capitolo dedicato all’anestesia) e quelle legate all’intervento stesso che possiamo spiegare dettagliatamente:
Sanguinamento: il sanguinamento nella riduzione del seno è raro, ma può verificarsi, solitamente entro le prime 24 ore; in tal caso sarà necessario un ritorno in sala operatoria per arrestare il sanguinamento. In ogni caso, se opportunatamente trattato, un episodio di sanguinamento non causa altri inconvenienti.
Infezioni: Sono un’evenienza estremamente rara.
Ipertrofia Cicatriziale: talvolta presente, si risolve spontaneamente, a volte necessita un trattamento.
Ridotta sensibilità del capezzolo: è variabile, e, se presente si risolve in genere nel corso di 3-4 settimane.
Inversione del Capezzolo, Necrosi del Capezzolo, Necrosi Adiposa: sono tra le complicanze più rare.

Spesso si sente parlare di ritocchi, ma che sono?

Il “ritocco” in chirurgia plastica costituisce un normale momento di rifinitura del risultato, e non già un’errata condotta dell’intervento. Quando necessario, la causa è da ricercare nell’assestamento imprevedibile dei tessuti operati in quanto la cicatrizzazione non dipende solo dal chirurgo, ma anche dalla risposta del paziente, dalla sua razza ed età.

Quando la riduzione del seno è concessa dal Servizio Sanitario Nazionale?

 

Il Servizio Sanitario Nazionale ammette la riduzione mammaria non a fini puramente estetici ma solo quando la gigantomastia costituisce un evento patologico con conseguenze sulla colonna vertebrale.(cod. RAD 611.1) 

Articolo a cura del Dott. Luca Piovano
Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica
Libero Professionista – Roma
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Telefono: 06 53 65 85 - Fax: 06.58.27.294
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Link utili: 

Mastoplastica riduttiva

Riduzione del seno

 

 

 

                                                        

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