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Cosa è la dieta a punti?
La dieta punti è stata inventata dal dietologo italiano il dottor Guido Razzoli negli anni ‘70. La sua idea fu quella di associare un punteggio ai diversi alimenti in rapporto ai carboidrati in essi contenuti. Questa dieta si basa infatti su un certo numero di punti giornaliero da non superare per ottenere un risultato dimagrante e poichè il punteggio è collegato al contenuto glicidico ci possono essere apparenti paradossi come libertà di mangiare grandi quantità di mascarpone al confronto di un piattino di carote. Non è una dieta consigliabile per tutti in quanto può sovraccaricare fegato e reni soprattutto a lungo termine. Il tetto massimo di punti a disposizione regola e determina i pasti da consumare nell'arco della giornata. Un menù tipo di dieta a punti giornaliero dovrebbe essere di circa 350 punti
E' una dieta di tipo proteico che non penalizza carne, pesce, formaggi, grassi ecc... ma riduce invece pane, pasta, frutta e verdure. Ciò fa in modo che venga prodotta meno insulina e quindi che i grassi vengano bruciati e che il peso sia ridotto. I tempi di durata della dieta sono di una-due settimane. Il consiglio è di non eliminare totalmente alcuni alimenti (come verdura e frutta) che potrebbero favorire uno squilibrio alimentare. Il punteggio più basso viene dato viene dato ai grassi e ai cibi proteici (carne, pesce, formaggi e grassi), mentre i glicidi presentano il punteggio più elevato (pasta, pane, riso, legumi, verdura e frutta). Per avere un assaggio di come funziona potremmo indicare questi parametri di base: vengono assegnati 0 punti a 100 grammi di cibo come il salmone e il tonno conservati sott'olio, arrosto di agnello e di carne, capitone, olio di oliva e di semi, strutto. 40 punti circa a minestra di ceci, farina, fecola di patate, pane casareccio. Esempio di dieta a punti Per visualizzare la tabella dei punti corrispettivi agli alimenti: tabella dieta a punti
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