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Lo sapevate che le persone affette da psoriasi una volta erano emarginate a causa del loro problema? E che l’urina è stata utilizzata come trattamento per questa patologia?
Alcuni esperti dicono che la psoriasi (il cui trattamento moderno è descritto qui) potrebbe essere una delle malattie della pelle chiamate "tzaarath" nel Vecchio Testamento. Tzaarath è la punizione per il peccato e riflette la convinzione comune del tempo che la gente con psoriasi fosse peccaminosa o meritevole della propria malattia. Grazie a idee popolari sbagliate nel corso dei secoli persone con psoriasi sono state ostracizzate dalla società. Alcuni sono stati anche bruciati sul rogo.
La parola “psoriasi” inizialmente veniva usata per indicare altro: nel 200 a.C. il medico greco Galeno aveva coniato il termine psoriasi, derivato dalla parola greca "psora" (per prurito). Ma la condizione di cui stava parlando - pelle squamosa su palpebre e scroto - era quello che oggi chiamiamo dermatite seborroica. La prima definizione precisa della psoriasi come oggi è nota si è avuta nel 1800, quando Robert Willan, il medico Inglés considerato il fondatore della moderna dermatologia, ha descritto le lesioni cutanee circolari o ovali sormontate da squame asciutte e circondate da un bordo rosso.
Ci sono un sacco di rimedi che si possono provare per calmare questa irritazione, come l'olio di tea tree, la curcuma, o l’olio di pesce. Ma una delle terapie prima note era l’urina. Documentata nell'antico testo conosciuto come il Papiro di Ebers, una delle opzioni di trattamento era rappresentata da un miscuglio bizzarro di cipolle, sale marino e urine. Nel 1872 Heinrich Koebner, un dermatologo tedesco, ha fatto una rivelazione importante su questa condizione: egli notò che la pelle che era stata recentemente danneggiata da morsi di animali domestici, tatuaggi o altri traumi, aveva maggiori probabilità di sviluppare lesioni psoriasiche. Ancora oggi infatti chiamiamo questo fenomeno “malattia di Koebner” . |