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Come una dieta iposodica può salvarci la vitaSappiamo che troppo sale nella nostra dieta ci fa male, ma quanto siamo veramente informati sui danni che può arrecarci? A darci qualche notizie in più sul legame tra il consumo di sale e la nostra salute è uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" in cui un gruppo di ricercatori dell'Università di San Francisco ha ipotizzato quali sarebbero gli effetti sulla salute degli americani se tutti facessero una dieta iposodica, ovvero un'alimentazione con minore consumo di sale rispetto ai criteri ai quali siamo abituati.
Tanto che sia in America che in Gran Bretagna è stata da tempo dichiarata la cosiddetta guerra al sale (salt war): via il sale dal pane, meno sale nei piatti pronti e in quelli della ristorazione, per fare in modo che una dieta iposodica coinvolga tutti, volenti o nolenti. Gli echi di questa guerra in Italia si sono sentiti in modo molto blando, a iniziare dal diminuire il sale nel pane: e, nonostante il sale nella nostra dieta sia lo stesso consumato dagli americani, siamo ancora molto lontani da imitare il resto degli europei e le misure organizzative americane. Perché per una dieta iposodica non basta trattenere la mano quando saliamo la zuppa, la bistecca o l'insalata: purtroppo il peggior nemico della nostra dieta è il sale nascosto, quello ad esempio che si trova nei cibi pronti alla voce "sodio": un valore che dobbiamo moltiplicare per due volte e mezzo. Se una minestra in busta contiene due grammi di sodio in realtà vuol dire che ne ha circa dodici di sale. Sarebbero quindi da evitare i sughi pronti, il dado vegetale, le preparazioni surgelate a base di patata (patatine fritte, crocchette) e controllare il quantitativo di sodio persino nei biscotti. Solo evitando questi cibi si potrebbe iniziare, con pochissimi sacrifici al piacere del palato, una dieta iposodica che ci faccia stare in salute. Link utili: Il sale nascosto nei nostri piatti
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