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Quando si è in dolce attesa può accadere di soffrire di ipotiroidismo; i sintomi e le terapie non sono uguali per tutte le mamme

 

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Durante la gravidanza e in particolar modo nelle prime settimane di gestazione, è molto importante controllare i livelli ematici di ormoni tiroidei che incidono sullo sviluppo somatico e cerebrale del feto. L’ipotiroidismo in gravidanza infatti, può comportare complicazioni ostetriche e neonatali.

 

Le gestanti già affette da ipotiroidismo e quindi già sotto terapia ormonale sostitutiva, non corrono rischi poichè nel loro caso basterà accrescere il dosaggio della L-tiroxina non appena si scoprono incinte. In seguito dovranno comunque controllare i valori di TSH (ormone tireotropo) circa ogni due mesi, per eventuali modifiche della terapia. Dopo aver partorito potranno ritornare al dosaggio consueto. L’importante è non sospendere mai la terapia durante la gravidanza.

Per quanto riguarda le future mamme che non hanno mai effettuato controlli della loro funzionalità tiroidea bisogna ammettere che non è spesso semplice interpretare il risultato degli esami di screening, poiché i valori di riferimento sono diversi in gravidanza rispetto a quelli della popolazione generale, ma i laboratori continuano a mantenere questi ultimi. Anche il controllo generalizzato, in realtà comporta spesso solo un allarmismo inutile.
Nella maggior parte dei casi un iniziale ipotiroidismo in gravidanza è asintomatico, per cui è consigliato effettuare dei controlli in caso di:
- disfunzione tiroidea personale o familiare pregressa;
- chirurgia tiroidea, irradiazione di testa o collo;
- sintomi che fanno pensare ad una disfunzione tiroidea, come la presenza di gozzo;
- età superiore ai 30 anni;
- obesità;
- diabete mellito di tipo 1 o altre patologie autoimmuni;
- precedente aborto, o parto prematuro; 
- infertilità;
- uso di amiodarone o litio;
- residenza in zone dalla carenza iodica.

Se viene effettivamente constatata la presenza di ipotiroidismo, sarà necessario iniziare da subito una terapia ormonale sostitutiva con tiroxina in dosi crescenti, fino a che non si sono raggiunti valori di FT3-FT4-THS di normale funzionalità (eutiroidismo).

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