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Cure palliative: stato dell'arteChe senso può avere terminare i propri giorni di vita fra insopportabili sofferenze e l'impossibilità di intervenire da parte di medici e parenti? La risposta è intuitiva: nessun motivo. Ma a quanto pare in Italia sono in molti a dover veder spegnere speranze e vita in queste condizioni.
Un'alternativa al trascorrere gli ultimi giorni della propria vita tra sofferenze e il disinteresse totale ci sarebbe, le cure palliative che svolgono un ruolo fondamentale nel rendere meno gravoso sopportare la fase finale delle malattie terminali. Ma a quanto pare nel nostro paese parlare di cure palliative è quasi come sollevare un tabù o una tematica sconveniente. Perchè mai? La situazione è molto fumosa: Le terapie del dolore per i malati terminali in Italia non sono ancora a disposizione di tutti e spesso i cittadini che ne hanno bisogno non sanno a chi rivolgersi. Viene il dubbio che sia più un problema culturale e di professionalità specifiche piuttosto che legislativo o etico. Ma basta una semplice domanda per indagare a che punto si trova la consapevolezza delle persone per quanto riguarda le cure palliative. Cosa sono le cure palliative? E' l'Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ne dà una definizione univoca e già di per sè applicativa. Le cure palliative comprendono tutti i trattamenti volti ad alleggerire le sofferenze dei malati terminali, senza più alcuna speranza di guarigione. Quando tutte le terapie farmacologiche si rivelano inutili e il malato è destinato alla morte sarebbe interesse e buona norma di convivenza rendere il passaggio più umanamente accettabile, sia alla persona sofferente che ai suoi familiari, non dimenticando che, finché vivo, l’essere umano conserva tutti i suoi diritti, tra cui il diritto ad a conservare la propria dignità, e il diritto a non soffrire inutilmente dove possibile. Se vuoi saperne di più leggi cosa sono le cure palliative. In Italia le cure palliative rimbalzano tra l'inconsapevolezza dei pazienti che non sanno a chi rivolgersi e come intervenire, alle paure dei medici che non conoscono procedure ed effetti delle terapie stesse, al disinteresse generale. La sperata diffusione capillare delle cure palliative "È un problema culturale" afferma Franco Rizzi, responsabile dell'unità di Terapia del dolore e cure palliative degli studi clinici di perfezionamento dell'ospedale Buzzi di Milano. Scarsa è l'informazione, scarsa è la diffusione sul territorio nazionale, spesso inutili i pareri medici. "Il medico che non si occupa quotidianamente di cure palliative - precisa il dottor Rizzi - quando si trova di fronte al dolore è estremamente titubante nell’utilizzare gli oppioidi, ha paura di sbagliare. E poi persistono falsi miti come quello che l’oppioide porti il paziente a dipendenza, che non sia più possibile sospenderlo. Nell’ambito della terapia del dolore queste credenze sono superate da anni". Se vuoi saperne di più leggi a che punto sono in Italia le cure palliative. E pensare che in Italia le cure palliative sono più che riconosciute e regolate da una precisa legge operante: Legge 15 marzo 2010, n. 38, "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore". Con tanto di definizione, regolamentazione dell'accesso, competenze, invito all'informazione, organizzazione territoriale. Se vuoi saperne di più leggi il testo della legge e come funzionano le cure palliative. |