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Terapie contro l'Hiv. Seconda parte. 
terapie hiv

Come avevamo accennato nel primo dei nostri approfondimenti sulle terapie farmacologiche in vigore per ostacolare la replicazione del virus dell'Hiv esistono anche farmaci cosiddetti inibitori non nucleosidici della transcriptasi inversa. Rispetto ai farmaci nucleosidici e nucleotidici, i nuovi di cui parliamo sono da prescrivere con particolari accuratezze.

 

La terapie Hiv che utilizzano farmaci non nucleosidici infatti possono sviluppare una forte resistenza del virus se associati con prodotti che non bloccano completamente la replicazione del virus o se assunti da soli. Questi farmaci sono inoltre metabolizzati dal fegato, portando alla possibile interazione con altri tipi di farmaci. Attenzione!

Efavirenz è utile con monosomministrazioni giornaliere, in pazienti mai trattati prima. Gli effetti collaterali vanno dai più classici, come eruzioni cutanee, ai più complessi: incubi notturni, allucinazioni, psicosi, depressione, idee suicide. Sono sintomi che possono scomparire facilmente ma nel frattempo possono permanere per mesi. Il farmaco è poi severamente vietato a donne in stato interessante o che intendono avere una gravidanza, pena, possibili malformazioni al feto.
Ben tollerata è invece Etravirina, molto efficace nell'ottenere il controllo virologico nei pazienti già sottoposti ad altre terapie Hiv. Attenzione comunque alle eruzioni cutanee che nel caso possono manifestarsi in modo particolarmente grave. 
Della stessa categoria farmacologica esistono anche altri due farmaci sviluppati come terapia Hiv ma che in Italia attendono ancora di essere approvate. Sono Delavirdina e Nevirapina, dal momento si suppone, che è associata a gravi e mortali casi di insufficienza epatica. 

Ma per fare una buona terapia Hiv ci sono anche gli inibitori della proteasi. Questi impediscono alla base la maturazione dell'Hiv, la possibile infezione di nuove cellule e la replicazione del virus. Soprattutto se ben associati! E in questi casi le aspettative di vita si allungano notevolmente persino in pazienti con infezione in fase avanzata. Ma non tutto è oro quel che luccica. Gli effetti collaterali infatti degli inibitori della proteasi possono andare da aumento di sanguinamento, iperglicemia, insulino-resistenza, arteriopatia coronarica e in alcuni casi epatotossicità grave se concomitante con altre infezioni virali. Attenzione poi alle interazioni davvero numerose e preoccupanti. Se vuoi leggi la tabella delle interazioni. Ma quali sono i loro nomi? Sono: Atazanavir; Darunavir, sia per pazienti già trattati che al loro primo trattamento; Fosamprenavir sale di calcio, ma attenzione al possibile effetto collaterale di nome sindrome di Stevens-Johnson; Indinavir, non molto utilizzato per la sua tossicità che provoca calcoli e insufficienza renale e alterazioni dermatologiche; Lopinavir; Saquinavir; Ritonavir; Tipanavir utile sia per pazienti già trattati che manifestano una replicazione virale in atto, sia in pazienti infettati da ceppi di Hiv resistenti agli inibitori della proteasi. 

Tabelle interazioni farmacologiche 

Guida all'uso degli Inibitori della proteasi 

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