Sei in GINECOLOGIA » Rilievo » aborto dopo amniocentesi
|
Paura amniocentesiE' una delle tecniche diagnostiche più discusse e a quanto pare rischiose, se si pensa alla sensibilità delle possibili controindicazioni. Parliamo dell'amniocentesi, una procedura d'analisi che spaventa molte donne in stato di gravidanza ma sulla quale nessuno si è ancora pronunciato in modo definitivo: amniocentesi si, amniocentesi no?
E' un classico ascoltare discorsi preoccupanti e preoccupati di mamme in stato interessante di fronte alla necessità di realizzare un'amniocentesi. Ma da dove deriva la paura per questa tecnica diagnostica? E se è così pericolosa vale davvero la pena sottoporsi a un tale rischio? L'amniocentesi in fin dei conti è una delle tante tecniche di diagnosi prenatale a cui possono essere sottoposti la mamma e il bimbo, per escludere eventuali problematiche nella crescita del feto. Viene eseguita tra la quindicesima e la diciassettesima settimana di gravidanza. In particolare serve ad escludere la presenza di eventuali malformazioni del feto. E' anche vero che non tutte le gravidanze necessitano di essere monitorate con questo tipo di analisi, giacchè risulta importante solo in casi selezionati, donne con una certa familiarità per anomalie cromosomiche, in presenza di malattie infettive e per donne di età maggiore di 35 anni. Certo, con l'aumento dell'età per le donne della prima gravidanza non è poi così strano interrogarsi sull'utilità e la sicurezza dell'amniocentesi. Non è un caso infatti che il costo dell'amniocentesi si aggira intorno ai 1.000/1.500 euro delle strutture private, mentre nelle strutture pubbliche, per le donne di età superiore a 35 anni o che abbiano un rischio aumentato di patologie cromosomiche l'esame è gratuito. La paura più grande per donne in attesa e medici che operano l'amniocentesi è il rischio aborto dopo l'amniocentesi. Un rischio non troppo raro visto che la probabilità di subire un aborto dopo l'amniocentesi si aggira intorno all'1%. La pericolosità dell'amniocentesi è legata soprattutto alla fase in cui viene effettuata l'analisi diagnostica: se fatta in fase precoce, c'è il rischio di infezione del liquido amniotico o una sua eccessiva perdita per rottura della membrana di protezione, che nel peggiore delle ipotesi porta all'aborto; nell'amniocentesi tardiva, le possibili complicazioni fetali si associano alla stimolazione precoce del travaglio, quando il feto non ha ancora raggiunto un sufficiente grado di maturità, o a traumi fetali. Un altra tecnica diagnostica per individuare anomalie cromosomiche è il tri-test. Viene effettuato con un semplice prelievo del sangue, analizzato sui parametri di tre sostanze che hanno origine dal feto e dalla placenta. Se le concentrazioni di queste sostanza nel sangue materno non corrispondono ai parametri normali, potrebbero segnalare un problema genetico del bimbo. Il tri-test fa parte di una serie di accertamenti che vengono eseguiti gratuitamente durante la gravidanza e viene effettuato in quasi tutte le strutture ospedaliere. Il risultato viene consegnato nell'arco di tre-quattro giorni con evidente riduzione dei rischi di aborto. |