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Quando è necessaria l'isterectomia? 
intervento di isterectomia

Ogni atto chirurgico comporta in sé un rischio per la salute. L'isterectomia, oltre al rischio chirurgico comporta anche la perdita della capacità riproduttiva e di un organo importante nell'identità femminile. Dovrebbe perciò essere giustificata per evitare un danno ancora maggiore per la salute. Vediamo i casi.

 
 
Le differenze di orientamento. 
 
Le differenze da paese a paese e tra gli stessi medici si ritrovano anche nella scelta del tipo di isterectomia: che sia limitata al corpo dell'utero o totale, allargata ai tessuti circostanti o comprendente l'asportazione degli annessi uterini e quindi delle ovaie; differisce anche la scelta nella via di accesso: addominale o vaginale e le tecniche chirurgiche disponibili: chirurgica tradizionale, laparoscopica, mista. Il discorso non è da poco se in gioco c'è la qualità di vita di una donna che può cambiare da intervento ad intervento. La possibilità di conservare il collo dell'utero, per esempio, può giovare alla sessualità, l'avere o meno una cicatrice chirurgica visibile influenza l'atteggiamento psicologico,  il conservare o no le ovaie per una donna in età fertile può significare un anticipo traumatico o meno della menopausa.  
 
Quando l'intervento di isterectomia è assolutamente necessario?
 
Risulta che il 10-15% delle isterectomie è eseguito per patologia tumorale benigna, mentre l'85-90% avviene per patologia benigna.  (principalmente fibroleiomiomi, in parte minore endometriosi, prolassi uterini, metrorragie, o, raramente, per urgenze come emorragie infrenabili o infarcimento uterini post-partum. I tumori maligni dell'utero e dell'ovaio costituiscono il caso limite per la soluzione del quale l'isterectomia rimane il principale presidio medico. Ma grazie alle modalità di diagnosi precoce permette di intervenire con modalità molto meno invasive di quella totale. Le patologie benigne costituiscono oggi il motivo di gran lunga prevalente per cui si consiglia l'isterectomia: fibromatosi uterina (30-35%), endometriosi (20%), patologia del pavimento pelvico (15%), dolore pelvico cronico, iperplasia endometrio, sintomi multipli associati.

Ad oggi non esistono cure risolutive per l’endometriosi, ma molto si può fare per ridurre infertilità e dolore associati. Le cure possono andare dalla somministrazione dei farmaci antinfiammatori per il dolore nei casi lievi, la terapia ormonale o l'intervento laparoscopico nei casi seri per preservare la fertilità e curare il dolore, l'isterectomia totale se la donna non è più in età o non vuole più avere figli. 

Il prolasso degli organi pelvici è una patologia femminile sempre più comune e in aumento soprattutto per le donne dai 50 anni in su e l’incidenza raddoppia ogni decade di vita. Pur non mettendo a rischio la vita della donna, può comportarne pesanti limitazioni fisiche e sociali. La terapia conservativa si basa su: esercitazione di contrazione della muscolatura pelvica, Elettrostimolazione, Impiego di pessari vaginali, terapia ormonale sostitutiva. Ma se il prolasso è grave e non migliora con la terapia l'intervento chirurgico è l'unica via. Esistono diverse tecniche: correzione del prolasso per via laparoscopica, per via addominale o per via vaginale.  

I fibromi sono dei tumori benigni delle cellule muscolari dell’utero, delle crescite cellulari anomale di tipo neoplastico sebbene di natura completamente benigna. I sintomi clinici che motivano l'intervento sono:  In base al volume dei fibriomi, alla rapida crescita, alla presenza di sanguinamento che non risponde alla terapia medica, al dolore non curabile, al volume dell'utero e la necessità della paziente di voler risolvere completamente ogni problema, rendono indispensabile l'intervento chirurgico.

 

Isterectomia totale  

 

 

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