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Facciamo chiarezza sul metodo omeopatico

i criteri della medicina omeopaticaC’è chi ne loda le straordinarie proprietà curative, chi la considera alla stregua di una superstizione e chi la utilizza per moda. L’omeopatia non è in contraddizione con la medicina riconosciuta, è una pratica nota ed utilizzata regolarmente già dagli antichi greci che si sviluppa da principi diversi da quelli della scienza medica. Cerchiamo di capire quali sono i presupposti di questa metodologia di cura.

L’omeopatia non è semplicemente sinonimo di naturale, non nocivo e non invasivo. È vero che utilizza e sviluppa i propri rimedi sfruttando le proprietà note della natura, ma sono i principi e il diverso approccio alla malattia che sta alla base di questa disciplina integrativa. In realtà l’omeopatia parte dal presupposto che i sintomi e i segni caratteristici di una patologia siano il risultato della reazione di difesa dell’organismo stesso. Normalmente il corpo reagisce per difendersi dagli attacchi di agenti esterni che ne possono causare danni. L’omeopatia perciò cerca di stimolare l’autodifesa dell’organismo attraverso la stimolazione delle risorse fisiologiche di guarigione del soggetto stesso. Il  rimedio più opportuno dipende dalla reazione individuale alla malattia, e non dai segni e sintomi caratteristici della patologia. La disciplina definisce questi concetti come legge di “similitudine”, di ippocratica memoria. Un aspetto molto interessante è poi il principio di sperimentazione sull’uomo. La sperimentazione vuole scoprire e verificare l’azione sintomatologica della sostanza omeopatica attiva, ovvero far emergere la comparsa patogenetica di sintomi nell’uomo non affetto dalla patologia e quindi dedurre quali sintomi curano nel malato. Lo sviluppo dell’energia vitale accompagna la guarigione del paziente considerando l’organismo in modo completo. Sulla base di questi principi sono stati codificati circa 1500 rimedi, sostanze o medicinali, divenuti rimedi dopo la sperimentazione.
La medicina tradizionale tende a curare la patologia. La sperimentazione medica e la farmacologia ufficiale sperimentano il farmaco sul malato considerando la reazione dell’organismo soltanto sul piano bio-chimico. È per le sue effettive possibilità che ormai molti medici e farmacisti consigliano e praticano in modo sicuro cure omeopatiche ai propri pazienti. 
Sono molte comunque le domande e i dubbi che possono sopraggiungere di fronte ad una patologia conclamata e la possibilità paventata di una cura naturale. Per preparare un rimedio omeopatico si parte da una sostanza base che viene poi diluita e dinamizzata. Le sostanze di partenza vengono dette ceppi omeopatici o souches e possono essere di origine vegetale, animale o minerale, secondo criteri di diluizione e dinamizzazione e somministrata in base a posologie e modalità ben definite.
L’omeopatia non è una forma terapeutica “blanda” che cura solo le malattie meno gravi. In letteratura sono riportati casi di cura e guarigione di malattie molto gravi documentabili con strumenti diagnostici affidabili. L’incompatibilità con le medicine tradizionali è dovuto agli effetti collaterali che qualunque farmaco tradizionale provoca. Questi effetti collaterali possono complicare il quadro sintomatologico e, quindi, rendere più difficile la scelta del farmaco omeopatico più opportuno. Anche se il rimedio omeopatico non ha controindicazioni particolari è meglio evitare di somministrarne più di uno contemporaneamente. Renderebbe difficile capire gli effetti ed  i risultati. Ci si stupisce spesso del fatto che un farmaco omeopatico venga assunto lontano dai pasti, almeno un'ora prima o dopo di essi. È anche opportuno non assumere nulla di fortemente aromatico, come menta, caffè e lo stesso dentifricio.

Per approfondire la storia e i principi dell'omeopatia

Domande sull'omeopatia

 

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