La cura farmacologica per le malattie infiammatorie croniche intestinali 1
Per curare farmacologicamente le malattie infiammatorie croniche intestinali, come il morbo di Crohn e la retto colite ulcerosa, si possono utilizzare differenti farmaci: la mesalazina, gli antibiotici, i corticosteroidi, gli immunomodulatori, gli inebitori del TNF, gli antagonisti dei recettori integrinici e i probiotici.
Nella prima parte dell’articolo tratteremo di: mesalazina, antibiotici, e corticosteroidi mentre la descrizione delle altre cure farmacologiche saranno affrontate nella seconda parte.
La mesalazina
La mesalazina risulta molto efficace nella cura della rettocolite ulcerosa e può essere assunta per via orale o tramite supposte o con clisteri.
La scelta della tipologia con cui assumere questo farmaco non dipende solo dalle preferenza del paziente, infatti, nel caso della retto colite ulcerosa si sono verificate più efficaci le supposte o i clisteri della somministrazione orale.
Per quanto riguarda invece il morbo di Crohn la mesalazina risulta essere leggermente più efficace del placebo e non essendo rilasciatia nel colon non è adatta alla cura del morbo di Crohn localizzato nell’ileo.
Come qualunque altro farmaco anche la mesalazina può procurare al paziente dei disturbi e ha degli effetti collaterali. I pazienti che lo assumono possono percepire nausea, mal di testa, diarrea e vomito. Gli effetti collaterali riscontrati sono: sindrome lupoide, epatotossicità e pancreatite.
La mesalanzina è un farmaco a rilascio ritardato, di conseguenza durante il suo utilizzo è meglio evitare l’assunzione di antiacidi e degli inibitori della pompa protonica (omeprazolo) perchè potrebbero rompere la pellicola che riveste il farmaco impedendone il rilascio prolungato.
Antobiotici
Si ritiene che la terapia antibiotica sia particolarmente utile nel trattamento del morbo di Crohn.
Gli antibiotici utilizzati sono: metronidaxolo, ciprofloxacina e rifaximina. Questi sono alle volte utilizzati in associazione per trattare la rettocolite ulcerosa nei casi di pouchite e d’ileocolite; inoltre sono impiegati anche per prevenire una recidiva quando per curare il morbo di Crohn si è resa necessaria una resezione intestinale.
Quando si assumono questi antibiotici si deve prestare particolare attenzione alle interazioni che determinati elementi possono procurare.
Il metrodinazolo non può essere associato all’assunzione di alcol perché può provocare nausea, vampate di calore e vomito.
Quando si assume ciprofloxacina si devono evitare i farmaci antiacidi e i preparati contenenti calcio o magnesio perché questi ostacolano l’assorbimento del farmaco.
Corticosteroidi
Questi farmaci scendono in campo nei casi più persistenti e sono molto utili per ottenere una remissione in caso di rettocolite ulcerosa e del morbo di Crohn.
Purtroppo i corticosteroidi presentano molti effetti collaterali di conseguenza si può ricorrere al loro utilizzo solamente durante le fasi acute dell’infiammazione.
- Possono essere assunti per via sistemica (per bocca o per endovena), ma purtroppo questa cura ha diversi limiti, innanzitutto non tutti i pazienti rispondono in modo positivo a questi farmaci per via sistemica e anche chi risponde ai corticosteroidi spesso presenta una recidiva della malattia entro un anno.Inoltre, i corticosteroidi per via sistemica non sono adatti per la terapia di mantenimento del morbo di Crohn.
I corticosteroidi hanno molti effetti collaterali questi farmaci possono provocare: problemi nella cicatrizzazione, cataratta, ipertensione, osteoporosi, disturbi dell’umore, insonnia, aumentano il rischio di contrarre infezioni e procurano problemi nella cicatrizzazione di tagli o ferite, glaucoma, iperglicemia e la sindrome di Cushing.
- Possono essere somministrati per via rettale che risultano molto efficaci nella cura della rettocolite ulcerosa.
- Budesonide, una versione sintetica che viene somministrata per via orale nei pazienti affetti dal morbo di Crohn come terapia di mantenimento. Il vantaggio di questo corticosteroide sintetico è che è meno tossico del prednisone nel breve periodo.
La Budesonide è un derivato del CYP3A4 e quindi bisogna prestare attenzione all’assunzione degli agenti che inducono CYP3A4, come la rifamicina o delle sostanze che lo inibiscono come quelle contenute nel succo di pompelmo e il ketoconazolo.
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