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Intervista al prof. Iannetti sulla sindrome dell'intestino irritabileSenso di gonfiore addominale intenso, che talora si sposta sui diversi quadranti dell’addome, a volte impellenza ad evacuare e feci sfatte o addirittura liquide, altre volte stitichezza, spasmi dolorosi alla pancia: può essere tutto dovuto alla sindrome dell’intestino iritabile?
Professore, che cosa si intende per Sindrome dell'Intestino Irritabile? La Sindrome dell'Intestino Irritabile è un disordine funzionale dell'intestino, cioè un insieme di sintomi che non è provocato da una malattia organica e documentabile agli accertamenti medici. Bisogna comunque eseguire tali accertamenti, per poter escludere patologie, a volte gravi, che si presentano con sintomatologia molto simile, come ad esempio un cancro del colon o una malattia infiammatoria cronica intestinale. E' un disturbo frequente?
Sì, la sindrome dell’intestino irritabile è una delle patologie più frequenti del tubo gastroenterico e colpisce prevalentemente il sesso femminile, di età tra i 30 ed i 50 anni. Risulta cinque volte più frequente nella razza bianca rispetto a quella nera. In Italia una persona su cinque è affetta da questa sindrome. Questa Sindrome può causare anche disturbi extraintestinali? Il soggetto avverte una sensazione di malessere generale e spesso si associano sintomi come cefalea, irritabilità, insonnia, mal di schiena, oltre che cattiva digestione, diarrea o stitichezza. Si ha un’importante ripercussione sulla qualità della vita e, considerando che tali disturbi colpiscono una fascia di età giovane, si comprende come queste alterazioni abbiano un'influenza sia soggettiva che di tipo sociale e lavorativa. Quali sono le cause della Sindrome dell’Intestino Irritabile?
I meccanismi responsabili di questa Sindrome non sono ben noti. Come si può manifestare la Sindrome dell’Intestino Irritabile? L'esordio può essere abbastanza improvviso, con dolori addominali ed insorgere di diarrea o di stitichezza. Successivamente i sintomi possono divenire cronici o ricorrenti, con associazione di gonfiore e coliche addominali gassose, stitichezza o diarrea. Quali accertamenti diagnostici consiglia? Naturalmente dipende da caso a caso e non si può prescindere da un’attenta valutazione sia clinica che anamnestica. È sempre opportuno, comunque, anche se non vi sono sintomi di allarme, eseguire esami del sangue, delle feci e delle urine e programmare accertamenti strumentali, per lo più di tipo endoscopico. Non dobbiamo dimenticare che la diagnosi di Sindrome dell’Intestino Irritabile è di esclusione, cioè si basa sulla negatività delle indagini di laboratorio e strumentali eseguite. Quali sono i sintomi di allarme che citava? E perché sono preferibili gli esami strumentali di tipo endoscopico? Si chiamano sintomi di allarme quei sintomi che inducono il Medico a sospettare patologie gravi. Per esempio, la presenza di sangue nelle feci, un dimagramento non voluto o altro. La stessa età non più giovane del paziente è da considerare un sintomo di allarme. Si preferiscono gli esami endoscopici perché l’endoscopia, tra tutte le tecniche così dette di “Imaging”, permette di vedere in diretta la mucosa del tratto intestinale esplorato e di valutarne l’eventuale infiammazione. Permette poi di prelevare con la biopsia pezzetini di mucosa per poterli analizzare dal punto di vista istopatologico. Permette anche di rimuovere endoscopicamente eventuali lesioni tumorali che si riscontrassero, cioè l’asportazione dei “famosi” polipi dell’intestino. Quali sono le possibilità terapeutiche per la Sindrome dell’Intestino Irritabile? E quanto è importante la dieta?
La dieta è fondamentale nel trattamento della Sindrome dell’Intestino Irritabile. Deve essere varia, equilibrata e ricca di fibre, che devono oscillare tra i 25 ed i Esistono alimenti da evitare? In linea di massima vanno evitate alcune sostanze che hanno un'azione stimolante sulla motilità intestinale, come per esempio la caffeina, ma non esistono alimenti controindicati in senso assoluto. Va comunque valutato il singolo paziente.
Alcuni soggetti, che presentano un deficit di un’enzima, che si chiama lattasi, hanno intolleranza al latte. Per costoro è opportuna l’astensione dal latte e latticini ed una integrazione dell’enzima mancante. Si verifica nella pratica clnica che, anche soggetti che non presentano tale intolleranza ed hanno una Sindrome del Colon Irritabile a componente diarroica, si giovano comunque dell’astensione da tale alimento, da frutta e verdure. Dalla Sindrome dell’Intestino Irritabile si guarisce? La Sindrome dell'Intestino Irritabile è un disturbo tendenzialmente ad andamento cronico o ricorrente. Chi soffre di questo disturbo deve abituarsi a convivere con i suoi sintomi, tranquillizzato dal suo Medico, nella certezza che questi non nascondono patologie importanti. Deve sapere controllarli con una buona conoscenza degli stessi, con un'adeguata e costante assunzione di fibre, con una dieta equilibrata, oltre che con un eventuale apporto di medicamenti, che ciclicamente il suo Medico gli consiglierà. Quali sono gli esami di sangue più utilizzati per la diagnosi differenziale della Sindrome dell’Intestino Irritabile? Si effettuano gli esami di routine, come l'emocromo, la sideremia, le transaminasi, la ionemia, la glicemia, la creatininemia. A questi si aggiungono particolari esami che vengono chiamati "indici di flogosi", rappresentati dalla VES, dalla PCR e dalle mucoproteine. Questi ultimi servono ad escludere processi infiammatori, caratteristici di altre patologie più severe dell'intestino, come le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali. Bisogna effettuare sempre la colonscopia? La colonscopia è l’esame con la più alta capacità diagnostica, ma è un esame invasivo. Va effettuato quando sono presenti sintomi di allarme e seguendo le linee guida in materia. Per esempio, la colonscopia va effettuata quando i disturbi insorgono in soggetti con età superiore a 50 anni o, anche se inferiore, in soggetti con familiarità per Cancro del Colon. La colonscopia va sempre effettuata in caso di presenza di sangue, di diarrea persistente che non regredisce con la terapia, di dimagramento non altrimenti spiegabile. Va effettuata una ecografia dell'addome? L'ecografia è esame di largo utilizzo, basso costo e non è invasivo. Perciò viene effettuata spesso in soggetti che hanno sintomatologia dolorosa addominale. Le informazioni che può dare sono riferibili alla esclusione di calcolosi della colecisti o di patologia della sfera genitale (soprattutto della patologia ovarica). Va effettuata una TAC?
Può essere utile
Può essere utile eseguire esami che possono diagnosticare
In caso di Sindrome dell’Intesino Irritabile a variante diarroica, soprattutto se la sintomatologia è importante, va posta diagnosi differenziale con
prof. Antonio Iannetti |