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La biopsia renale: quando farla e perché

immagine di una biopsia_renale.jpg La biopsia renale è un esame che viene realizzato per prelevare una piccola porzione di rene ed analizzarla. Le motivazioni che rendono necessario questo esame sono diverse:
- verificare la presenza di danni o malattie
- esaminare l’entità del danno o la gravità della malattia
 

 

- controllare che una terapia stia funzionando
- scoprire perché un trapianto renale non ha avuto esito soddisfacente
- identificare la cura più adatta ad una specifica situazione

Preparazione all’esame
Prima di sottoporsi alla biopsia renale, si deve interrompere l’assunzione di farmaci antiinfiammatori come l’aspirina, perché questi potrebbero compromettere la normale coagulazione del sangue.
Spesso viene richiesto ai pazienti di eseguire un urino cultura per verificare che non siano presenti infezioni.

Procedura
La biopsia renale è un esame che generalmente viene eseguito con un procedimento denominato biopsia percutanea che prevede l’anestesia locale e che viene eseguita in ospedale in caso di complicazioni. La biopsia renale percutanea viene effettuata facendo sdraiare il paziente prono su di un lettino con un cuscino sotto l’addome se si deve analizzare un rene non trapiantato. Se invece il paziente ha subito un trapianto di rene, il soggetto rimane sdraiato sulla schiena.
L’esame poi inizierà con la pulizia della parte in cui il medico inserirà l’ago per l’anestesia, poi si addormenterà la parte coinvolta nell’esame e infine si inserirà un ago (provvisto di lama tagliente) per prelevare una piccola parte del rene. Quest’ultima fase viene eseguita con l’ausilio di un ecografo, utilizzato dal medico per inserire con precisione l’ago senza creare danni agli organi interni.
La biopsia renale ha una durata totale intorno ai 60 minuti.

Post esame
Dopo essersi sottoposti alla biopsia renale il nefrologo indica un periodo di riposo di almeno 24 ore e consiglierà anche al paziente di evitare sforzi eccessivi e l’attività sessuale.
Passate 4 ore dall’intervento e di nuovo dopo 12 ore il soggetto deve sottoporsi ad un prelievo di sangue per constatare i valori dell’emoglobina, e a frequenti controlli della pressione e della frequenza cardiaca. Questi accertamenti sono eseguiti per verificare l’assenza di un’emorragia.
Dopo qualche giorno dall'eseguimento della biopsia renale il paziente effettuerà un’ecografia per controllare che non si siano formati ematomi.

Rischi
La biopsia renale è un intervento invasivo che può causare alcune complicazioni, anche se si presentano raramente.
Uno di questi è il manifestarsi di emorragie soprattutto se il paziente ha una coagulazione lenta, o ha elevati valori pressori, o soffre di un’insufficienza renale acuta e cronica.
Un altro rischio della biopsia renale è che possa formarsi una fistola arterovenosa (causata dall’incisione accidentale di un’arteriola e di una vena renale) che generalmente si risolve in pochi mesi.
Un’ altra complicazione possibile è il formarsi di un ematoma renale, che viene rilevato durante i controlli ecografici post-operatori e che in genere si risolve spontaneamente.

Approfondimento:Biopsia renale








 

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