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Le malattie infiammatorie croniche intestinali o MICI
Con il termine di MICI (acronimo di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali) si intendono alcune patologie
infiammatorie croniche di cui le più frequenti sono la Colite Ulcerosa e La
Malattia di Crohn. La Colite Ulcerosa
può colpire solo il retto e il colon mentre la Malattia di Crohn può
interessare qualunque tratto del tubo digerente, dalla bocca a ll’ano. Negli
ultimi decenni l’incidenza delle malattie infiammatorie croniche intestinali è andata aumentando e attualmente si
calcola che oltre 30 persone su 100.000 possa esserne affetto in Europa.
Le malattie infiammatorie croniche intestinali iniziano in età giovanile (20-40 anni) anche se vengono osservati
casi in ogni periodo della vita. Sono
maggiormente interessate le società sviluppate e industrializzate. La causa delle malattie infiammatorie croniche intestinali non
è conosciuta ma si ipotizza l’intervento di cause esterne (ad esempio
alimentari o infettive) che, in soggetti predisposti geneticamente, possono
determinare il processo infiammatorio cronico. L’abitudine al fumo è più
frequente nei pazienti con Malattia di Crohn mentre è meno diffusa tra coloro
che presentano la Colite Ulcerosa.
La Colite Ulcerosa inizia di solito nel
retto e può estendersi successivamente a tutto il colon o rimanere localizzata
nel tratto terminale dell’intestino.
L’infiammazione più o meno grave della mucosa determina la comparsa del
sangue nelle feci rendendo più precoce la diagnosi della malattia. Nella
Malattia di Crohn la localizzazione più frequente è l’ileo e il cieco (45%)
mentre solo nel 25% dei casi è interessato solo il colon o solo l’ileo. Le
ulcere profonde e la tendenza alla fibrosi possono favorire la formazione di
ascessi e fistole. Inoltre più frequentemente i pazienti con Malattia di Crohn
presentano restringimenti del lume intestinale che determinano sub occlusioni.
La diagnosi delle malattie infiammatorie croniche intestinali viene posta osservando il tipo di lesioni dell’intestino mediante
esami endoscopici o radiologici, e esaminando le biopsie prelevate sulle
lesioni della mucosa. Alcuni pazienti
possono presentare lesioni non tipiche della Colite Ulcerosa o della Malattia
di Crohn e pertanto vengono classificati come Coliti Indeterminate.
La Colite
Ulcerosa inizia generalmente in modo graduale con andamento cronico
caratterizzato da recidive alternate a remissioni nel corso di molti anni. Il
tipo di sintomi presentati dal paziente variano a seconda del tratto di colon
interessato. Il quadro clinico può
presentarsi come grave, moderato o lieve. Nel primo caso è presente diarrea profusa con abbondante presenza di
sangue nelle feci e segni di interessamento generale di tutto l’organismo con
febbre, dimagramento e dolori addominali. In tal caso è necessario il ricovero
ospedaliero poiché un ulteriore peggioramento clinico può determinare anche la
morte. Nelle forme moderate i sintomi
sono di minore entità e si può seguire una terapia domiciliare ricorrendo al
ricovero solo in caso di mancata risposta alle terapie. Se viene colpito solo il retto, i sintomi
possono essere molto fastidiosi con urgenza all’evacuazione, frequenti
emissioni di feci liquide e dolore locale ma usualmente non vi sono i segni di
interessamento generale descritti per le forme più estese.
Nella Malattia
di Crohn la diagnosi può essere resa inizialmente difficile dalle particolari
localizzazioni del segmento intestinale colpito. Generalmente compare un dimagramento con
febbre e dolore in fossa iliaca destra (ovvero nella sede dell’appendice). Vi può
essere un notevole impegno generale con malessere diffuso, dolori articolari e
addominali e perdita di peso corporeo. In alcuni casi possono manifestarsi
fistole che si aprono sulla parete addominale o nella zona perianale. Più
raramente le fistole possono interessare l’apparato genitale o urinario. In
casi rari può essere colpita la bocca o l’esofago e lo stomaco.
Poiché le malattie infiammatorie croniche intestinali riconoscono una componente immunitaria nella loro eziopatogenesi,
frequentemente si associano a altre malattie autoimmuni come la colangite
sclerosante primitiva, la pancreatite autoimmune, le atropatie tra cui la
Spondilite anchilopoietica, alcune manifestazioni cutanee come l’eritema nodoso
e manifestazioni oculari come l’uveite. Queste manifestazioni extraintestinali
sono più frequenti se è interessato il colon e il loro andamento non è
strettamente correlato con la gravità della malattia intestinale.
La Diagnosi
si basa sulla raccolta dell’anamnesi, ovvero sul tipo di sintomi accusati dal
paziente, e l’esame obiettivo. Per una opportuna diagnosi differenziale con
altre malattie, si fa ricorso a esami di sangue che indicano la presenza di
segni di infiammazione e possono escludere altre patologie come ad esempio le
infezioni batteriche o virali, le neoplasie o i malassorbimenti primitivi. Si
può quindi procedere a esami endoscopici che consentono di esplorare quasi
tutto il tubo digerente. In tal caso si possono osservare il tipo di lesioni
della mucosa e la loro localizzazione, si possono prelevare delle biopsie che serviranno a confermare la
diagnosi.
Può essere inoltre necessario ricorrere ad altri tipi di indagini
come la radiologia convenzionale, gli esami radiologici con contrasto, la TAC ,
la Risonanza Magnetica Nucleare e l’Ecografia. Lo Specialista valuterà caso per
caso che tipo di esami effettuare per arrivare alla diagnosi.
Articolo a cura del Dr. Roberto Mangiarotti Medico Specialista in Gastroenterologia
ed Endoscopia Digestiva - Roma www.gastroscopiatransnasale.it
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