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Nella giornata dell’ospedale fondato da Veronesi, l’oncologo ha parlato della necessità di orientare la medicina al rispetto dei diritti del paziente

 

 


Lo scorso lunedì 3 giugno, durante la giornata dell’ Istituto europeo di oncologia fondato nel 1994 da Umberto Veronesi, si è svolto il Convegno dell’Istituto Europeo di Oncologia.
La discussione degli specialisti sugli aspetti della cura del paziente e della ricerca ha fatto emergere alcuni punti focali che potrebbero divenire i fondamenti della “medicina del futuro”.
Il primo passo in questa direzione è rappresentato dalla necessità di “ripartire dai reali bisogni dei pazienti”.
Come Veronesi ha affermato, i diritti dei malati sono inviolabili, ma vengono troppo frequentemente calpestati.  
Il primo tra essi è la possibilità di seguire cure mediche “scientificamente valide” e “sollecite”. A questo proposito, l’oncologo si è  soffermato sul diritto del  paziente ad essere messo a conoscenza della “verità sulla malattia”.
Altrettanto importante è per gli specialisti intervenire sul ridotto numero di istituti oncologici, con conseguenti liste d’attesa troppo lunghe.
A proposito della ricerca, Veronesi ha posto l’accento sull’eccessiva lunghezza dei tempi intercorrenti tra lo studio in laboratorio di un farmaco e la sua utilizzazione concreta nella terapia del paziente.
Dal canto suo Aron Goldhirsch, vicedirettore scientifico dello Ieo, ha parlato della necessità di un ”ripensamento della sperimentazione sull'uomo”.
In particolare è stato messo in discussione il criterio della randomizzazione, secondo cui il campione di pazienti preso in esame viene diviso in due gruppi: l’uno trattato con terapia standard; l’altro con la nuova terapia oggetto della ricerca.

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