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Guida ai linfomi: tipologie e campagne di sensibilizzazioneA Settembre si celebra la Giornata Mondiale per la conoscenza dei linfomi, tumori delle ghiandole linfatiche che hanno molti tratti in comune con le leucemie e sono la terza forma di tumore più diffusa al mondo con circa 200 mila pazienti solo in Italia e ben 16000 nuovi casi nazionali l'anno.
L'obiettivo è quello di promuovere l'informazione e raccogliere fondi in favore dell'Ail ( Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma) che è in prima linea nella ricerca e nella terapia del linfoma. Il linfoma è un tumore dalla natura subdola: i sintomi infatti non si manifestano da subito con chiarezza, sono vari e variabili e comprendono febbre, sudorazione intensa, dimagrimento, sensazione di stanchezza e un prurito su tutto il corpo. Ma spesso si scopre il tumore per caso, magari tastandosi il corpo al tatto. Il linfoma infatti si presenta sotto forma di una massa distinta e questo lo differenzia dalla leucemia. I linfomi hanno una classificazione complessa, ma normalmente vengono distinti in linfomi non hodgkin e linfomi di hodgkin. I linfomi non hodgkin sono la forma più diffusa e a loro votla si distinguono in: linfoma linfoblastico dei recursori B (linfociti B); linfoma dei linfociti B maturi (tra cui il linfoma di Burkitt); linfoma linfoblastico dei precursori T; linfoma dei precursori T e NK maturi. A loro volta ognuna di queste categorie comprende vari tipi di linfoma. I linfomi di hodgkin invece possono essere di due tipi: a prevalenza linfocitaria o classici. Il trattamento del linfoma dipende inoltre dal suo grado di malignità e dalla sua stadiazione (di solito divisibile in cinque fasi), parametri importanti: a seconda del tipo di prognosi fatta seguendo la malignità e lo stadio del linfoma, si decide il trattamento e l'importanza della sua tempestività o meno. Quest'ultimo verte su tre prospettive: chemioterapia tradizionale, il trapianto di midollo osseo e farmaci biologici. Un'altra distinzione è infatti in linfomi indolenti o linfomi aggressivi: i primi permettono una lunga sopravvivenza senza trattamento, ovverosia possono essere scoperti anche tardivamente, ma poi sono difficilmente guaribili; quelli più aggressivi portano a un rapido deperimento e devono essere scoperti in tempo per il trattamento, ma poi hanno più possibilità terapeutiche. Grazie agli sforzi della ricerca infatti oggi è possibile sopravvivere e addirittura guarire da certi linfomi: ad esempio con la socperta di un nuovo anticorpo monoclonale di terza generazione anti-CD20 (GA101), che potra' essere utilizzato nel trattamento dei linfomi non Hodgkin. Link utili: Campagna Linfomi e spettacolo Ranieri Ail, Associazione Italiana contro le leucemie
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