Ultimi articoli

Ultime news

Sei in Ortopedia » Rilievo » metodo zamboni
E-mail
Una cura per la sclerosi multipla: il metodo Zamboni 
cura per la sclerosi multipla

Era l'ottobre 2010 e il metodo Zamboni cominciava ad entrare nell'interesse del grande pubblico grazie ad uno speciale del programma Le Iene. Fino ad oggi, con l'approvazione ufficiale della sperimentazione del metodo di cura per la sclerosi multipla. Ecco in cosa consiste il metodo Zamboni e le valenze scientifiche su cui sono riposte le speranze dei malati di sclerosi multipla.

 

 

Sarà stato per la valenza scientifica dell'intuizione del suo più fedele sostenitore, il dottor Zamboni; sarà perchè il metodo prometteva di curare una delle malattie più imprevedibili e fatali dei giorni nostri; fatto sta che dal semplice interesse si è finalmente giunti alla vera e propria sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla. 
E' di 2 milioni e 742 mila euro la somma stanziata dalla Regione Emilia Romagna per coprire l'intera spesa della sperimentazione del progetto Brave Dreams. Nome in codice che sta per BRAin VEnous DRainage Exploited Against Multiple Sclerosis. Idioma inglese che significa "sogni coraggiosi", come coraggioso è stato fin'ora il sostegno scientifico della innovativa proposta di cura per la sclerosi multipla, ideata e sostenuta da anni dal chirurgo vascolare dell'università di Ferrara, Paolo Zamboni.
 
Non si conoscono le cause e i meccanismi che agiscono nelle fasi di avvio della malattia e l'unica proposta ventilata tre anni fa, la teoria autoimmunitaria, non vede conferme. Da Parte del progetto Brave Dreams, al contrario, sono molte le speranze riposte nei confronti della teoria dell'insufficienza venosa cronica cerebro-spinale (CCSVI). Tanto da avere già un sufficiente numero di sostenitori nella cerchia degli scienziati che si occupano di sclerosi multipla. Secondo i risultati di uno studio condotto nel 2011 dall'Università di Buffalo, negli Stati Uniti, si dichiara possibile il nesso tra la malattia autoimmune e l'insufficienza cerebrospinale venosa cronica, la cosiddetta CCSVI. I risultati, pubblicati sulla rivista BMC Medicine, parlano di una percentuale del 75% di pazienti con sovrapposizione delle due patologie, sclerosi multipla e CCSVI, con un'età media inferiore ai 40 anni. Niente male per giustificare dopo un anno l'inizio della sperimentazione del metodo Zamboni!
 
Ma in cosa consiste l'intuizione del dottor Zamboni e la sua innovativa cura della sclerosi multipla?
Secondo la teoria sostenuta da molti medici, a provocare la malattia sarebbe l'insufficienza venosa cronica cerebrospinale, appunto, Ccsvi. Il restringimento di alcuni vasi porterebbe ad un drenaggio del sangue dal cervello insufficiente. Ciò causerebbe gli accumuli anormali di ferro riscontrati nei pazienti affetti da sclerosi multipla. Secondo il medico ferrarese perciò la soluzione sarebbe quella di intervenire riportando i vasi alle dimensioni originarie. Come? Con un microscopico intervento di angioplastica. L'intervento è volto a disostruire le vene giugulari dei pazienti, procurando sensibili miglioramenti sulla qualità della vita degli ammalati. Il processo in parole tecniche si definisce: disostruzione delle vene extracraniche nei pazienti con sclerosi multipla e diagnosi di insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi). 
 
Con l'approvazione del protocollo di sperimentazione dello Studio clinico del metodo Zamboni si vuole valutare: l'efficacia clinica e la sicurezza dell'intervento di disostruzione delle vene extracraniche, nei pazienti con sclerosi multipla in cui sia stata contemporaneamente diagnosticata insufficienza venosa cronica cerebrospinale. La sperimentazione coinvolgerà circa 550 pazienti distribuiti su 10-12 centri clinici, con una procedura che prevede: il confronto tra un intervento di flebografia con angioplastica venosa, rispetto ad un trattamento di controllo in cui viene effettuata solo flebografia. I pazienti dovranno riportare diagnosi confermata di insufficienza venosa cronica cerebrospinale. E' aperta la "caccia" ai Centri che, dopo un'attenta valutazione da parte di una Commissione, saranno autorizzati a partecipare alla sperimentazione. 
 
 
 

Articoli correlati