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Dimmi come scrivi e ti dirò chi seiQuanti modi esistono per analizzare la psicologia, lo stato d'animo e le modalità di relazione di un individuo? La grafologia è uno dei più efficaci e creativi. Attraverso i segni visibili e la gestualità automatica e creativa nella scrittura siamo in grado di rivelare il nostro modo di porci nel mondo, le nostre emozioni e le nostre paure. Vediamo come un grafologo è in grado di interpretarci.
Avete mai pensato di farvi analizzare la scrittura? E' questo in sintesi il principio della grafologia. La grafologia è una tecnica che ha la finalità di dedurre alcune caratteristiche psicologiche di un individuo, attraverso l'analisi della sua grafia. Questo perchè la scrittura fa parte di un apprendimento primario, che con il passare del tempo realizziamo automaticamente, come un processo creativo. Se vuoi saperne di più leggi perchè la scrittura rivela la psicologia del soggetto. Certo, sembra difficile credere nella validità di un'analisi di questo tipo alla luce della pervasiva diffusione dei computer e dei programmi di videoscrittura. Ma la grafologia e la grafoanalisi trovano ancora ampia diffusione come tecniche di analisi psicologica in diversi campi di applicazione: dall'analisi della personalità in senso stretto, all'applicazione in campo professionale. La validità e l'attendibilità di questa tecnica non sono mai state validate scientificamente, motivo per cui tali perizie non sono ammesse in ambito forense al contrario delle perizie calligrafiche che invece servono per validare soltanto la paternità della grafia. La materia è circondata da un alone di scetticismo e di poca autorevolezza, ma le scuole di pensiero che sviluppano tecniche per l'analisi della grafia sono molte e diverse. Le scuole più accreditate che hanno sviluppano una loro personale modalità di interpretazione sono: la scuola francese, di Jules Crépieux-Jamin, la scuola italiana, di Girolamo Moretti e di Marco Marchesan; la scuola tedesca di Ludwig Klages. Se vuoi saperne di più scopri la psicologia della scrittura. I principi della grafologia sono semplici, ma impegnativi. Il primo e fondamentale è l'analogia fra il carattere e la scrittura, perchè il segno grafico della scrittura è la manifestazione intima dell'uomo e delle sue emozioni. Il grafologo cerca di interpretare lo stato d'animo dello scrivente in base al tipo di movimento che sta alla base dell'atto grafico. Ma come ci riesce? Facciamo degli esempi. Il modo di percepire di un individuo si mostra nel calibro (dimensione), che rivela soprattutto il concetto che si ha di se; nella larghezza delle lettere che si apre o meno a contenere; negli allunghi in riferimento all'interazione fra ragione e istinto; nel tratto morbido o angoloso. Il modo di porsi in confronto agli altri si rivela nella tenuta del rigo (che idealmente esiste anche nel foglio bianco) che indica una buona stabilità emotiva. L'eccitazione solleva il tratto, la depressione fa scivolare in giù; nell'inclinazione: ci si tira indietro per diffidenza e ci si lascia andare per proiettarsi verso un obiettivo; nella dinamica del gesto (parallelo) che assimila più o meno entro parametri ordinati, (sinuoso) che esplora a ventaglio per confrontare e rielaborare, (contorto) che analizza e verifica e controlla; nella personalizzazione dell'ordine o disordine; nei ricci (tratti più o meno brevi in più nelle lettere) del carattere; negli inceppamenti del gesto che parlano di ansia, interruzione o intensificazione del flusso emotivo. Le modalità di relazione vengono svelate dalla larghezza fra una lettera e l'altra, che indica lo spazio che si lascia all'altro; dalla larghezza tra una parola e l'altra, che misura la mia capacità di senso critico, di interscambio fra ragione e sentimento. |