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Una roulette russa con il sessoCon le malattie veneree non si scherza. La profilassi è fondamentale. Ma c'è chi non la pensa così. Anche se a determinare il comportamento di chi è afflitto dalla sindrome di Samo è un disagio della sfera sessuale e affettiva molto profondo. Chi è affetto dalla sindrome di Samo cerca rapporti sessuali non protetti con malati di Aids o Lebbra. Una patologia al limite tra sacrificio eroico e tendenze suicide. Un'abitudine sessuale molto rischiosa.
Non ci stancheremo mai di sostenere e pubblicizzare le buone pratiche di prevenzione contro la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. Siamo abituati a ritenere pericolose le malattie infettive, le malattie veneree e facciamo grande attenzione nelle nostre abitudini quotidiane a mettere in pratica tutte le buone norme per non incorrere e proteggere i nostri cari dal rischio infezione. Ma c'è chi non la pensa così. Non parliamo certo di spietati untori del nostro tempo. Ma di persone che sviluppano una strana attrazione per il pericolo a causa di un disagio psicologico molto grave: la sindrome di Samo. La sindrome di Samo potrebbe essere inserita tra i tanti disturbi sessuali che affliggono la nostra società, con una piccola differenza, la sindrome di Samo è una pratica potenzialmente letale. Chi soffre di questa particolare e nuova patologia dimostra un ossessivo e dipendente attaccamento ad un partner malato e una predilezione per i rapporti sessuali con soggetti portatori di malattie contagiose o, preferenzialmente, affetti da malattie sessualmente trasmissibili come l'AIDS, la gonorrea, la sifilide, l'epatite e la lebbra, senza che vi sia alcuna attenzione per il rispetto delle pratiche preventive dal contagio. La sindrome di Samo è una patologia che fa parte della categoria dei comportamenti erotico-sessuali non-conformi, che si sviluppano come devianza nella sfera sessuale e affettiva, a causa di un forte disagio psichico di fondo. Se vuoi saperne di più leggi le cause della sindrome di Samo. E' una sindrome al limite tra tendenza al sacrificio, autolesionismo e tendenza al suicidio. E' l’Istituto di Malattie Infettive dell’Università di Bologna ad aver avuto il merito di battezzare la patologia con questo nome, dopo aver studiato per anni casi di donne che avevano come partner uomini malati di AIDS e con i quali ricercavano regolarmente rapporti non protetti. Altre ricerche sviluppate in nelle comunità terapeutiche, carceri e le residenze sanitarie assistenziali, hanno riscontrato sintomi caratteristici della sindrome di Samo nel 16,5% degli utenti di queste strutture. Data la pericolosità di questo tipo di pratica sessuale è data grande importanza alla diagnosi, che oltre a salvare la vita dei soggetti coinvolti è utile a limitare il potenziale di contagio di malattie gravi. Per stabilire se un soggetto soffra della sindrome di Samo si sono rivelati molto utili dei test elaborati in ambito relazionale e sessuale. In Italia il più famoso è il SESAMO (Sexrelation Evaluation Schedule Assessment Monitoring), studiato per analizzare la totale sessualità del soggetto, sia per quello che riguarda il suo rapporto con gli altri che con se stesso. Si basa su un questionario tramite cui è possibile esplorare gli aspetti sessuali e relazionali, normativi e disfunzionali, in soggetti single o con vita di coppia. Il test è somministrabile con modalità autocompilativa (su carta o via computer) e si presenta come poco invasivo e con basso impatto sulla desiderabilità sociale. Si trova in versione femminile e maschile e l'elaborazione è effettuata con un software specifico. La sindrome di Samo è inserita in un elenco di patologie definite con il termine parafilia. Se vuoi conoscere tutte le manifestazioni della sessualità umana, rivolte a comportamenti o situazioni inusuali, fino alle perversioni e dipendenze ossessivo-compulsive scopri le parafilie. |