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Trovare il punto g? Per gli inglesi è una mission impossibleSono gli inglesi a sfatare il mito per cui nel sesso delle donne esisterebbe un punto g, capace di conglobare l'apice del piacere femminile: tanto che in questi decenni, dopo che la scoperta degli anni Cinquanta tornò alla ribalta, numerosi studi hanno cercato di spiegare agli uomini dove e come trovare il punto g, la zona più erogena del corpo femminile a detta degli esperti.
Tanto che, tra esperti che si dibattevano sull'esatta collocazione di questo punto all'interno della vagina femminile, non è mancata la satira anche in questo caso, con battute tipo "Scusi, dottore, come posso trovare il punto g?"e risposte del genere "Provi a girare in fondo a destra dopo il secondo semaforo"!
Insomma, mentre molti uomini affermavano di riuscire a trovare il punto g nelle loro compagne e molte donne si disperavano all'idea che in loro mancasse la più famosa zona erogena femminile, oggi si scopre che in realtà il punto g non esiste. Era una leggenda metropolitana. Un falso mito. L'idea in questione era venuta al dottore ginecologo Ernst Graefenberg, che descrisse il punto G come un'area vicino l'entrata del canale vaginale, sensibile a essere stimolata sessualmente. La tesi del dottore tedesco ha acceso le menti di molti ricercatori, tra cui uno studio italiano che ha cercato di trovare il punto g nelle donne attraverso gli ultrasuoni. Ma come fanno allora gli inglesi a dire che il punto g non esiste? Partendo da delle interviste su un campione di quasi duemila donne (900 coppie di gemelle), le quali si sono divise in chi diceva di essere convinta di averlo e in chi non aveva alcuna idea di dove fosse e di come trovare il punto g nel loro sesso. Non mancano i detrattori di questa scoperta, a difesa del punto g, secondo i quali per trovare il punto g non basta intervistare le donne, ma al massimo chiedere ai loro amanti. Link utili:
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