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Il mondo monocromaticoSpesso si sottovalutano le cose più belle, come i colori. Ma per chi è affetto da acromatopsia i colori sono la cosa più sconosciuta che conoscono e la luce la cosa più fastidiosa che possa esserci. Gli acromati per una malattia genetica vedono dalla nascita il mondo in bianco e nero e devono ripararsi dalle fonti di luce molto forte, vediamo perchè.
Immagina di vedere il mondo in bianco e nero, come un vecchio film muto. Immagina di non saper distinguere tra il colore di un tramonto o quello di un temporale. Forse ci toglieremmo la metà dei piaceri della vista. Ma una malattia genetica è in grado di fare questo. Si chiama acromatopsia ed è una malattia congenita, nota anche con il nome di distrofia dei coni, perchè è proprio lì che si sviluppa il difetto della vista. Magra consolazione l'acromatopsia è presente fin dalla nascita e le persone affette non hanno mai provato l'esperienza di un colore diverso dal grigio. E' una malattia che non degenera in altre complicanze, ma il suo effetto principale è sufficiente: cecità completa o incompleta ai colori, estrema sensibilità alla luce e scarsa visione dei dettagli da lontano. Secondo una stima effettuata negli Stati Uniti d'America viene colpita una persona ogni 33.000, pertanto secondo questo dato in Italia stimiamo circa 2.000 persone affette da acromatopsia. Se vuoi saperne di più leggi come si fa la prova di colore di cecità. Pur essendo una malattia rara è balzata subito agli onori della cronaca per la toccante esperienza di Tyla Rich una bambina di otto anni affetta da acromatopsia e che non sa dare i nomi ai colori, perchè non li vede! Ma non è tanto l'incapacità di vedere i colori che preoccupa i genitori di Tyla, quanto la particolare sensibilità alla luce solare. Questo sintomo della acromatopsia costringe la piccola ad indossare un paio di occhiali con le lenti rosse quando va in giro. A casa, invece, le finestre sono quasi sempre oscurate. I genitori temevano che potesse crescere isolata, ma, per ora, non è così. E la mamma di Tyla ha anche deciso di aprire un blog per spiegare come si vive con l'acromatopsia. Se vuoi saperne di più visita il blog di Tyla Rich. Il segno distintivo ma non certo allarmante degli acromati è l'abitudine a strizzare gli occhi sin da piccoli. Spesso è proprio questo il momento in cui possono sorgere disagi dal punto di vista psicologico relativamente all'inserimento sociale, che possono essere prevenuti con appropriate abitudini di coinvolgimento. Infatti l'acromatopsia rende sensibili gli occhi alla quantità di luce presente nell'ambiente. La vista degli acromati varia significativamente e in modo continuo ad ogni cambiamento dell'illuminazione. A seconda di quanta luce c'è, di che tipo, da che direzione proviene, gli acromati possono vederci bene (al crepuscolo e nell'oscurità), o vederci in modo limitato o addirittura non vedere proprio in caso di luce molto forte. Per questo motivo gli acromati portano spesso un berretto con visiera, prediligono gli ambienti al chiuso, portano occhiali con montature avvolgenti e lenti filtranti selettive. E negli ambienti al chiuso proteggono opportunamente le fonti di luce riducendone l'abbagliamento. Se vuoi saperne di più leggi cos'è l'acromatopsia.
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