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Risolvere la roncopatia coi metodi chirurgici
Il russare è
sempre stato oggetto di ilarità e scherno oltre che fonte di disturbo per il
partner e origine di conflitti familiari. Questo rumore viene prodotto, durante
il sonno, dalla vibrazione di organi e strutture attraversati dall'aria nella
respirazione: il palato molle e l'ugola, la parete posteriore della gola, le tonsille, la lingua, l'epiglottide.
Il russare come malattia
Solo
recentemente si è compreso che questa particolare forma di emissione sonora può
provocare serie conseguenze per la salute di chi ne soffre e costituisce il
segnale d'allarme di due malattie importanti: la roncopatia cronica e la più
grave sindrome da apnee del Sonno (SAS o Sleep Apnea Syndrome).
Nella
roncopatia cronica i pazienti russano in modo discontinuo, a volte con forte
rumorosità e progressivamente tendono a
presentare sintomi che indicano un sonno disturbato e una ridotta ossigenazione
dell'organismo: risveglio difficile, affaticamento mattutino, talvolta
cefalea. Gradualmente viene ad instaurarsi una vera e propria sindrome da Apnee
del Sonno, che è responsabile di una netta riduzione dell'ossigenazione
dell'organismo. Il sonno del paziente è
caratterizzato da frequenti risvegli, da agitazione, da continui cambiamenti di
posizione, da forte e violento russamento interrotto da fasi di silenzio
(apnee) in cui il soggetto non riesce a respirare, seguite da rantoli e
boccheggiamenti. Al mattino, chi ne
soffre, si sveglia affaticato, spesso afflitto da mal di testa e durante la
giornata manifesta marcata stanchezza. Il paziente tende ad addormentarsi
frequentemente e facilmente anche durante le proprie occupazioni o alla guida
dell'auto. Possono manifestarsi anche difficoltà di concentrazione, vertigini,
irritabilità, perdita di memoria, ansietà o depressione, diminuzione degli
impulsi sessuali.
Cause principali della
roncopatia
Premesso
che respirando riforniamo di ossigeno il nostro organismo, è importante ricordare
che l'aria deve entrare dal naso che rappresenta la prima via respiratoria. Il
naso, con le sue funzioni (riscaldamento, filtrazione, umidificazione), tratta
l'aria inspirata per adattarla alle altre vie respiratorie influenzandone il
corretto funzionamento. La bocca è, quindi, solo una via di emergenza.
Qualsiasi ostacolo incontri la corrente aerea nel tragitto tra il naso e i
polmoni produrrà irregolarità di flusso e quindi turbolenze, responsabili della
vibrazione e del conseguente russamento.
Il
naso può essere ostruito
da una deviazione del setto nasale, da
un aumento patologico ( per una rinite vasomotoria o allergica) del volume dei
turbinati (ossicini delle fosse nasali rivestiti da una mucosa in grado di modificare
il proprio volume), o dalla presenza di polipi. In tutti questi casi le
resistenze nasali aumentano e la respirazione orale tende gradualmente a
sostituire quella nasale. L'aria inspirata subisce una forza di aspirazione
importante, causa di turbolenze che mettono in vibrazione il palato molle e
l'ugola, producendo il caratteristico rumore. Altri restringimenti anatomici
responsabili di riduzioni del flusso
aereo possono localizzarsi a livello della gola (ipertrofia della
tonsilla palatina), del passaggio tra naso e gola (sfiancamento del palato
molle e dell'ugola per infiammazioni o per vibrazione), della parete posteriore
della faringe (ispessimento della mucosa nell'obesità), e della tonsilla linguale ingrossata
soprattutto nei fumatori. Nel paziente addormentato (incosciente) la lingua
tende inoltre, nella posizione supina, a scivolare all'indietro spingendo
l'epiglottide a ridurre o chiudere il lume della laringe con rischio di
asfissia. Questi fenomeni diventano ancora più marcati in caso di macroglossia
(lingua troppo grossa) o di micro-retro-gnazia (mento piccolo e spostato
all'indietro). Oltre alle condizioni anatomiche, altri fattori tra cui
la predisposizione ereditaria, l'eccesso di peso, l'abuso di cibo, alcool e
tabacco, l'uso di sedativi e sonniferi, l'affaticamento, lo stress, le
alterazioni ormonali (ipotiroidismo), contribuiscono a determinare l'insorgenza
della roncopatia cronica e della SAS.
Complicanze
I
progressivi peggioramenti dell'evoluzione dalla roncopatia cronica alla SAS
passano il più delle volte inosservati e vengono sfortunatamente notati solo
dopo la comparsa di complicanze, a volte molto gravi. E' quindi importante non
sottostimare un problema in apparenza innocuo che deve invece essere trattato
precocemente per evitare il rischio di subire seri danni.
Complicanze
cardiocircolatorie:
aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, talvolta
alterazioni del ritmo sino all'arresto. Questo fatto potrebbe spiegare perché
tanti incidenti cardiaci ( edema polmonare, tachicardia, infarto) e cerebrali
(ictus) si verificano di notte.
Complicanze
cerebrali: nei pazienti
affetti da SAS si instaura una insufficienza cronica del circolo cerebrale,
responsabile della sofferenza delle cellule nervose che può spiegare molti
sintomi neurologici; inoltre le crisi di
apnea comportano per il paziente frequenti risvegli durnte la notte, con
diminuzione della capacità di sognare e conseguenti effetti negativi anche
sull'equilibrio psichico.
Problemi
ormonali e turbe sessuali:
riduzione dell'ormone della crescita nei bambini, problemi di impotenza (erezione difficoltosa
ed eiaculazione precoce), diminuzione del desiderio sessuale.
Complicanze
bronco-polmonari: bronco
pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) comunemente nota come bronchite cronica.
DIAGNOSI
La
diagnosi è volta a distinguere il russatore semplice dal russatore apnoico, a
determinare ove esiste il danno anatomico responsabile del fenomeno, a svelare
l'esistenza di complicanze. L'indagine inizia con la la raccolta dettagliata
della storia clinica del paziente (anamnesi) e continua con una serie di visite
ed esami strumentali (visita otorinolaringoiatrica con endoscopia nasale a fibre ottiche, vista cardiologica con ECG, visita
pneumologica con spirometria, vista neurologica con EEG, test allergologici,
eventuale visita endocrinologica e dietologica).
In
ogni caso l'indagine più importante, specifica e preliminare ad ogni altro accertamento per lo studio delle
roncopatie, è la POLISONNOGRAFIA.
Quest'esame consiste nella registrazione continua
(simile a quella dell'holter elettrocardiografico o pressorio), durante il
sonno del paziente, di diversi parametri fisiologici importanti per la
valutazione e la diagnosi della
roncopatia cronica e della SAS: il flusso respiratorio nasale, il livello di
saturazione dell'ossigeno del sangue, l'ECG, i movimenti respiratori toracici e
addominali e l'intensità dei suoni emessi. I dati registrati su una piccola
scheda magnetica saranno poi riversati su un computer, analizzati in dettaglio
e refertati. La registrazione polisonnografica dura tra le 6 e le 7 ore. E'
possibile la registrazione anche al domicilio del paziente. Talvolta, nei casi
più gravi, si rende necessario il ricovero di una notte.
Terapia medica
Tra
i vari metodi di terapia medica sono da ricordare in particolare le regole
igienico-sanitarie volte a ridurre i fattori che favoriscono la roncopatia
quali l'alcool, il tabacco, l'uso di sonniferi, gli abusi alimentari. E'
importante una diminuzione di peso per ridurre i depositi di tessuto adiposo
nelle strutture della gola. Gli unici rimedi farmacologici che mantengono una
sia pur limitata efficacia sono quelli tesi a migliorare la ventilazione
nasale.
Terapia meccanica
Tra
i vari metodi meccanici l'ossigenoterapia migliora la saturazione di
ossigeno ma non riduce il numero di
apnee, la loro durata e l'entità della roncopatia. La maschera a pressione
positiva o CPAP (Continue Positive Air Pressure) consente l'insufflazione
continua di aria sotto pressione per via nasale durante la notte ed è
attualmente il trattamento non chirurgico più efficace per far cessare gli
episodi di apnea e, a pressioni leggermente superiori, anche la roncopatia.
Terapia
chirurgica
I
trattamenti hanno lo scopo di migliorare
la ventilazione nasale e di correggere in modo specifico le alterazioni
anatomiche connessse alla roncopatia. L'adenoidectomia, associata o meno
alla tonsillectomia, in genere è sufficiente per risolvere il problema
perlomeno nei bambini. La tonsillectomia, associata o meno ad altri interventi
sul palato, è indicata anche nell'adulto in caso di tonsille voluminose e
ostruenti. La settoplastica consiste nel riposizionamento di un setto
nasale deviato al fine di ristabilire la pervietà nasale. L' intervento sul
setto viene spesso associato agli interventi sui turbinati: turbinectomia o decongestione
chirurgica dei turbinati troppo congestionati e aumentati di volume (come
spesso avviene nelle riniti allergiche e/o vasomotorie),
talvolta, per ottenere buoni risultati è necessario correggere anche la forma
dell'intero naso (correzione funzionale della piramide nasale). Oggi
questi interventi possono spesso avvalersi dell'uso del laser ed essere
effettuati ambulatoriamente, in anestesia locale e senza tamponamento nasale.
LASER
CHIRURGIA
Sino a poco tempo or sono l'intervento chirurgico di
elezione per la roncopatia è stato l'Uvulo Palato Faringo Plastica o UPPP.
Si
trattava di un intervento impegnativo, eseguito in anestesia generale, che
richiedeva una degenza di 8-10 giorni, causava intenso dolore post-operatorio e
comportava il rischio di complicazioni quali emorragia, insufficienze del velo
e del palato (con passaggio di liquidi dal naso durante la deglutizione),
stenosi velo-faringee ("restringimento e aderenze della gola"). Oggi la UPPP è stata sostituita dalla
LAUP o Uvulo Palato Plastica Laser; il rimodellamento e la riduzione
dell'ugola e del palato molle sono effettuati utilizzando un laser in anestesia
locale o generale. Questa tecnica richiede una convalescenza più breve, un decorso
post-operatorio migliore per l'assenza del dolore e del pericolo di complicanze
emorragiche.
Gli atti
chirurgici sopra descritti possono essere effettuati gli uni indipendentemente
dagli altri o talvolta in associazione. In genere comunque la terapia
chirurgica della roncopatia inizia con gli interventi volti a migliorare la
respirazione nasale (interventi laser sul setto e sui turbinati) e si completa
solo in caso di necessità con gli interventi sul palato (LAUP) o sulla laringe
(sospensione ioidea).
Dott. Claudio Lambertoni
Specialista in Otorinolaringoiatria
e patologia cervico – facciale
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