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vivere in cittàVivere in città, quali sono i rischi per la salute?

Vivere in città, qual è il rischio per la nostra salute? Sembra che esistano persone che non possono non vivere in città e persone invece che, se non fosse per il lavoro e le maggiori opportunità, lascerebbero volentieri la metropoli per la vita in provincia o addirittura in campagna. Una via di mezzo è rappresentata dai pendolari, coloro che per volontà o per necessità decidono di vivere nei quartieri e nei piccoli centri di periferia, ma che dal lunedì' al venerdì devono vivere in città per lavoro, dalle otto alle dodici ore al giorno. Loro come i cittadini si beccano gli stessi problemi di salute che possono avere quelli che scelgono di vivere in città. 


Quali sono infatti le conseguenze sul nostro benessere? Sappiamo appunto che vivere in città si traduce in maggior stress per la moltitudine di persone con cui si ha a che fare, per la vita in quartieri meno controllati e meno tranquilli, e in una maggiore esposizione a inquinamento non solo atmosferico, ma anche ambientale e acustico. Insomma, vivere in città è spesso sinonimo di frenesia e di una qualità della vita che si abbassa per via dell'aria meno salubre e delle abitudini alimentari (piatti pronti, pranzi fuori) molto lontane dai prodotti genuini della campagna. E un rapporto presentato da Legambiente nell'ambito di una conferenza organizzata dall'Oms insieme ai ministeri dell'Ambiente e della Salute, purtroppo non fa che confermare tutte queste premesse sulla vita metropolitana.

Sembra infatti che i cittadini siano soggetti ad alcuni fattori di rischio: stress, in primo luogo per il traffico e gli spostamenti da un punto all'altro della cittòà. Andare a lavoro in macchina o in un mezzo pubblico è un evento tanto stressante da esporci a litigiosità e incavolature, e la rabbia, si sa, nuoce alla salute e ci fa vivere male. Ma come si fa a non spazientirsi quando siamo bloccati in un ingorgo e il tempo passa? Chi scegliere di vivere in città passa almeno un'ora al giorno nel traffico, e in particolare chi vive nella grandi città ci va di mezzo. Per spostarsi a Roma, ad esempio, le persone ci impiegano in media 74 minuti al giorno in automobile: peggio se ci si muove coi mezzi pubblici. Altro fattore di rischio per chi sceglie di vivere in città è quello dell'obesità: più stress vuole dire minore attenzione a quello che si mangia e a come si mangia.

Più tempo perso seduti alla metro o in un'automobile si traduce in una maggiore sedentarietà, che con l'obesità va a braccetto.
Per chi non ne ha abbastanza, c'è la mancanza del sonno: chi sceglie di vivere in città o nella periferia dorme in media trenta minuti in meno tra inquinamento acustico e necessità di uscire prima per prendere i mezzi. Ultimo ma non meno importante è lo smog: si è stabilito che il livello di polveri sottili supera di molto i limiti legali in quasi tutte le città italiane, e lo stesso dicasi per le emissioni di ozono, che in estate avvelenano i cittadini.
Insomma, vivere in città per Legambiente vuol dire ammalarsi.

Ma quando si troverà una soluzione a questo, in modo da vivere in città a misura d'uomo?

Link utili:
 
Legambiente

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