Screening oncologici: linee guida aggiornate mettono a confronto potenziali benefici e rischi e illustrano nuovi approcci
Gli screening oncologici sono di fondamentale importanza nella prevenzione e cura delle neoplasie maligne in quanto rendono possibile effettuare precocemente sia la diagnosi che la terapia.
Vediamo quali sono le linee guida aggiornate sui test di screening di cancro al seno, cervice uterina, colon retto, polmone, ovaio, prostata.
In questo primo articolo ci concentreremo sulle ultime linee guida riguardanti i test di screening per il cancro al seno.
Screening cancro al seno: mammografia
Quale è il ruolo effettivo svolto dallo screening al seno nella riduzione della mortalità in donne affette da tumore al seno?
Secondo i risultati emersi da meta-analisi, screening mammografici eseguiti regolarmente(una volta all’anno o una volta ogni due anni) contribuiscono a ridurre il tasso di mortalità causata da carcinoma alla mammella sia nelle donne al di sotto dei 50 anni che in quelle di età compresa tra i 50 e i 74 anni.
Nelle donne che hanno superato i 70 anni il carcinoma alla mammella ha l’incidenza più elevata; in questa fase della vita la mammografia ha una sensibilità e specificità massima.
A fronte dei benefici offerti dallo screening mammografico in età più o meno giovane stanno i potenziali rischi.
Nelle donne di età inferiore ai 50 anni il tessuto mammario è particolarmente denso; lo screening mammografico ha più di frequente come esito dei falsi-positivi ed è quindi utile se integrato da un’ecografia.
In questo periodo della vita, il carcinoma alla mammella ha un’incidenza minore ma ha anche un processo di crescita più rapido.
Tra i possibili danni causati dalla mammografia in donne al di sotto dei 70 anni è citato anche quello costituito dalle radiazioni emesse durante lo screening: ripetuti test potrebbero per questo motivo concorrere alla formazione di un carcinoma mammario.
Tuttavia, i vantaggi che lo screening mammografico ha sembrano essere maggiori dei rischi.
Screening cancro al seno: nuovi approcci a confronto
Attualmente la mammografia digitale sta sostituendo quella tradizionale: si tratta di un esame che permette di ottenere risultati più precisi nelle donne di età inferiore ai 50 anni e in quelle che, indipendentemente dall’età, hanno seni densi.
Tra i nuovi approcci diagnostici del tumore al seno è descritto anche la risonanza magnetica per immagini (MRI). Questo test diagnostico ha, rispetto alla mammografia, una maggiore sensibilità, in quanto restituisce un’immagine tridimensionale ad alta risoluzione del tessuto mammario.
D’altra parte, l’esame MRI ha una minore specificità ed è quindi poco indicato per le donne a rischio medio di carcinoma al seno.
Nelle donne con mutazioni genetiche BRCA1 e BRCA2, che sono quindi a rischio elevato di sviluppare un tumore al seno (50-80% di rischio), lo screening annuale con MRI riduce l’incidenza di cancro in fase avanzata.
Anche lo screening ecografico, che offre come la MRI una maggiore sensibilità rispetto alla mammografia, è consigliato alle pazienti ad alto rischio in associazione a quest’ultima.
Screening cancro al seno: indicazioni e consigli sulla periodicità degli esami
In presenza di rischio medio, diversi istituti di ricerca sul cancro consigliano di effettuare lo screening mammografico una volta all’anno a partire dai 40 anni e una volta ogni due anni tra i 50 e i 74 anni.
Screening mammografico nelle donne over 40
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