Ultimi articoli

Ultime news

Sei in Psicologia » psicologia » Attacchi di panico
E-mail
Disturbo di panicoAttacchi di Panico: il Medico e Psicoterapeuta Fernando Di Rienzo

Esploriamo in questo intervento le caratteristiche del disturbo di panico, i sintomi, le terapie...come affrontare questo disturbo; la definizione di disturbo di panico, così diffuso oggigiorno nella nostra società.

Cos'è il disturbo di panico?
Gli attacchi di panico sono degli episodi di ansia acuta che si presentano come un fulmine a ciel sereno, in maniera brusca e improvvisa. L'ansia raggiunge in pochi istanti una notevole intensità, per poi diminuire gradualmente. Gli episodi tendono a ripetersi con frequenza variabile.

Caratteristiche degli attacchi di panico

Gli attacchi di panico si presentano in situazioni che di solito non provocano ansia: passeggiate, esercizio fisico, ecc. A volte gli attacchi seguono l'ingestione di caffè, alcolici, l'abuso di sigarette o compaiono generalmente senza un motivo comprensibile per la persona. E’ colpito dal disturbo di panico circa il 15% della popolazione, con forme cliniche particolarmente importanti nel 4% circa dei casi. In genere sono più interessate dal disturbo le donne (70% dei casi), soprattutto le ragazze tra i 20 e i 30 anni.

Sintomi degli attacchi di panico

Caratteristica tipica degli attacchi di panico è la sensazione di pericolo o di morte imminente (es. di avere un infarto, di avere un collasso, ecc.), paura di perdere il controllo sui propri pensieri e sul proprio comportamento (paura di svenire, di impazzire, ecc.). Caratteristici sono nella persona colpita da un attacco di panico i disturbi cardiaci (tachicardia, dolore al torace), i disturbi respiratori (mancanza di respiro, aumento della frequenza respiratoria, ecc.), i disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, ecc.). Inoltre, spesso compaiono: sudorazione, vampate di calore, vertigini, tremori, formicolii alla mani e ai piedi. Durante un attacco di panico la persona può sentirsi completamente confusa e disorientata, altre volte può sentirsi come se non fosse più se stessa (depersonalizzazione), oppure avvertire una sensazione di irrealtà (derealizzazione) delle cose circostanti. Un fenomeno spesso associato agli attacchi di panico, è l’ iperventilazione, una respirazione più rapida e profonda, che fa arrivare al cervello sangue troppo carico di ossigeno e con scarsa anidride carbonica (alcalosi respiratoria). La conseguenza è una specie di intontimento, per cui la persona diventa incapace di comprendere bene ciò che vede e sente. Come conseguenza di tutti questi sintomi, psicologici e fisici, la persona smette di eseguire quello che stava facendo, fugge dalla situazione in cui si è avuto l’attacco, rifugiandosi nella propria abitazione, o recandosi presso un pronto soccorso. Gli attacchi di panico durano in media 4-6 minuti, ma la sensazione soggettiva di sofferenza si prolunga per circa 20-30 minuti.

Frequenza degli attacchi di panico

Inizialmente la frequenza degli episodi di panico può essere di 3-5 a settimana,ma con il passare del tempo le crisi tendono a ridursi in quanto le persone imparano ad evitare le situazioni che possono creare ansia (andare al supermercato nelle ore di punta, andare al cinema, ecc.). Decorso e complicazioni degli attacchi di panico Col passare del tempo e col ripetersi delle crisi abbiamo la comparsa di vere e proprie complicazioni. Assai spesso compare la preoccupazione di avere una grave malattia fisica, con frequente il ricorso a visite specialistiche ripetute (dal cardiologo, dal gastroenterologo, dall'otorino, dal neurologo), ed accertamenti vari (elettrocardiogramma, ecografie, ecc.). Col passare del tempo si sviluppa sempre più la preoccupazione circa il ripetersi degli attacchi, con stato di allarme continuo (ansia anticipatoria) e successivo evitamento di quelle situazioni sociali dove è più facile che si possa verificare l'attacco (agorafobia). A questo punto la persona esce di casa solo in compagnia di una compagnia “rassicurante” (il partner, un familiare, ecc.) Ne deriva facilmente un senso di sconforto, per lo scadimento sempre maggiore della qualità della propria vita, con comparsa di depressione secondaria, soprattutto nelle persone prima molto attive. Può comparire dipendenza dai tranquillanti, a volte abuso di alcolici o di sostanze stupefacenti, assunti per ridurre l'ansia anticipatoria.

Terapia degli attacchi di panico

La terapia degli attacchi di panico segue in genere due tipi di approcci, quello farmacologico e quello psicologico.

Impiego di farmaci

Una terapia con molecole antidepressive agenti sulla serotonina può essere efficace nella prevenzione e nel controllo della sintomatologia collegata agli attacchi di panico. Ogni trattamento farmacologico ha, però oltre ai pro, anche i contro: Uno dei problemi è la durata, con il rischio di protrarre il trattamento anche per molti anni e la probabilità non bassa di ricadute alla sospensione del farmaco. In secondo luogo, la terapia con soli farmaci può controllare bene gli attacchi di panico, ma di solito non controlla l’agorafobia. Diversi pazienti, come hanno paura degli attacchi di panico, hanno paura anche dei farmaci, e quindi tendono a non assumerli.

Psicoterapia cognitivo-comportamentale

E’ la forma di intervento psicologico oggi più usata nel trattamento del disturbo da attacchi di panico. Secondo la teoria psicologica cognitiva, ogni problema emotivo e comportamentale umano deriva da un modo specifico di pensare di quella persona. Il compito del terapeuta è quello di aiutare il paziente a individuare il suo modo di pensare “sbagliato” (responsabile di emozioni e di comportamenti inadeguati alle situazioni) aiutandolo a “riprogrammare” il suo pensiero, le sue emozioni ed il suo comportamento. La psicoterapia cognitivo-comportamentale è una forma di intervento psicologico breve, che in genere dura pochi mesi.

Terapia con biofeedback

E’ una delle scoperte più importanti della moderna medicina psicosomatica. Il biofeedback è una macchina che misura lo stress prodotto dall’organismo attraverso la misurazione del grado di tensione muscolare. Lo strumento emette un segnale visivo e sonoro che è tanto più frequente quanto più forte sarà il livello di ansia e stress. E’ possibile imparare a ridurre il segnale e, quindi, la propria ansia, attraverso un addestramento progressivo medio di 10-15 o più sedute, a seconda dei casi. Combinando l’efficacia delle varie terapie è possibile raggiungere notevoli risultati terapeutici, con una percentuale di successi superiore al 90% dei casi.

Fernando Di Rienzo - sito web www.stress-e-co.it

Articoli correlati

L'ESPERTO RISPONDE


Invia la tua domanda