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Obesità: pensiero e aumento del peso sono correlati?
Sappiamo che l'obesità è una vera e propria piaga: quest'estate le spiagge erano testimonianza diretta di quanta gente sia in sovrappeso, tenendo contro che un aumento del peso tale da parlare di obesità comporta non solo problemi di salute ma anche sociali.
Spesso l'obesità è affrontata dal punto di vista organico e endrocrino, ma poca importanza ha il lato psicologico: a torto, perché sotto la spinta che provoca l'aumento del peso fino all'obesità e che ci porta quindi a mangiare troppo, c'é un percorso psicologico nascosto, tanto che si può parlare di psicobesità. Il primo passo che si può fare per capire questo percorso, è partire dall'infanzia, ovvero da quel momento in cui avvertiamo dei bisogni e impariamo a saperli distinguere: se ho fame mangio, se voglio amare amo, se voglio giocare gioco. Quando questa distinzione salta o non è più così netta, per compensare a bisogni mancati li si sostituisce con la soddisfazione di altri: si mangia perché si è frustrati dal lavoro, in amore, nella vita sociale. E così, ecco l'aumento di peso. Tutto partirebbe quindi da un fraintendimento di bisogni, che fa in modo che l'obeso ricorra alla funzione nutritiva anche se gli manca altro. Ma quando sarebbe avvenuto questo fraintendimento? E quali sono le cause? La dottoressa Hilde Bruch, specialista delle relazioni psicologiche tra bisogni e cibo, dice che la chiave è nelle figure famigliari del futuro obeso, in particolare della madre. Individua così due figure materne, la madre buona e la madre cattiva: la prima, attenta ai bisogni del figlio, lo aiuta nelle scelte; la seconda è quella che offre il cibo al bambino come consolazione universale (ti ho sgridato, poi ti compro il gelato). Questo non significa che si possano dare giudizi così netti e creare cause-effetto che portino alla colpevolezza dei genitori per l'aumento del peso dei figli, ma molti sono i casi studiati dalla Bruch di cibo dato dalle madri come consolazione di qualcosa. Questa sorta di compensazione viziosa ci riporta alla vita adulta, quando ci strafoghiamo di gelato perché soffriamo in amore, cosa che accade soprattutto alle donne. L'aumento del peso sarebbe quindi l'effetto delle nostre insicurezze, e della nostra lacuna in "autocritica" e in "autoanalisi", comportamenti che ci permetterebbero di capire per quale motivo abbiamo fatto certe scelte e come uscirne senza prendere chili di troppo. Ovviamente, se nel nostro aumento del peso ci sono cause psicologiche, capire le ragioni per cui mangiamo compulsivamente può portarci poi a un effettivo reale dimagrimento, e non a una sfilza di insuccessi che ci spingono ancora di più a sotterrare la testa non nella sabbia, ma in un tiramisù. Link utili: Le cause e la cura dell'obesità
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