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Una diagnosi precoce per la dislessiaLa dislessia è un disturbo dell'apprendimento di cui poco si parla e per cui poco si interviene. Una patologia che se affrontata in tempi rapidi e con interventi specifici può essere superata. Ma il mondo scientifico è attivo nella ricerca di metodi sempre più rapidi e attendibili per diagnosticare l'insorgere della patologia. La risonanza magnetica non solo è in grado di definire il problema a livello neurologico, ma di diagnosticarlo in tempo per affrontarlo.
Meno se ne parla, meglio è. Come a voler allontanare lo spettro di una malattia per cui poco si può fare, la dislessia lentamente acquisisce la giusta attenzione da parte del mondo medico e della società. Forse perchè è un disturbo di difficile diagnosi. Forse perchè è ancora più difficile affrontarla. O semplicemente perchè si pensa che di fronte a questa patologia non si possa far altro che ignorarla e metterla ai margini. Come chi ne soffre. Ma i neurologi dell'Università di Stanford sono a buon punto nel trovare una diagnosi rapida per stabilire una cura efficace. Ad aiutare i neurologi a scovare la predisposizione ad avere disturbi dislessici sarebbero due tipi di risonanza magnetica. La risonanza magnetica funzionale e la risonanza magnetica a diffusione. Le tecniche di risonanza magnetica in esame sono in grado di dare informazioni aggiuntive rispetto alla semplice morfologia degli organi e degli apparati, perchè ne valutano anche la funzionalità. Se vuoi saperne di più leggi come funziona la risonanza magnetica. Nel caso della dislessia conclamata, il disturbo è determinato da un'alterazione neurobiologica che caratterizza il funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato. Chi è dislessico presenta un'iperattività di alcune aree cerebrali del giro frontale inferiore. E cosa meglio della risonanza magnetica può aiutare ad individuare l'alterazione della funzionalità cerebrale in un tempo utile alla sua cura? A dimostrare la validità della diagnosi con la risonanza magnetica, ci sarebbero anche delle controprove. Dopo due anni di esperimento, nei ragazzi al quale era stato diagnosticata l'iperattività tipica della dislessia e che erano stati sottoposti a specifici programmi di apprendimento è stato riscontrato un recupero significativo e progressi importanti. |