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Quale relazione esiste tra stress e dieta?

psicologia e dietaLa dottoressa Margherita Scorpiniti, psicologo dello Sviluppo e dell’Educazione, riflette sull’impatto psicologico di una dieta dimagrante e il sostegno necessario, prima, durante e dopo il periodo di sacrificio alimentare, affinchè possa risultare efficace. La dottoressa Scorpiniti collabora con importanti riviste e siti online di settore e ha messo a disposizione per Medicina&Benessere la sua esperienza.

 

Uno studio effettuato su 3.500 adulti, contattati attraverso un sondaggio telefonico, riporta che sia gli uomini, sia le donne con problemi psicologici lievi, sono stati propensi, più del doppio, a tentativi di dimagrimento, oppure, al contrario, hanno ingerito cibo in quantità elevate. Lo studio del Dott. Alan R. Kristal, epidemiologo dell'Università di Washington e collaboratori, pubblicato sul Journal of the American Dietetica Association, hanno ipotizzato che la relazione tra stress e dieta potrebbe anche essere reciproca, in quanto restrizioni dietetiche severe, potrebbero causare squilibri psicologici: le metodiche dimagranti, se non equilibrate, portano allo sviluppo di depressione e/o ansia.

"Una tentata soluzione che non funziona, se reiterata, non risolve un problema ma lo complica". (G.Nardone)

L' individuo che sperimenta più insuccessi con le diete dimagranti si sente ingabbiato in un problema senza soluzione. Sono le modalità stesse con le quali tenta di superare alcuni conflitti con il cibo che lo stabilizzano in una condizione che sembra senza uscita. Sarà perciò necessario:
- un intervento che consenta al paziente di cambiare prospettiva rispetto alla sua difficoltà specifica. - Avviare una ristrutturazione delle modalità attraverso le quali il soggetto ha organizzato la realtà che fin’ora ha subito.
- Un sostegno psicologico in caso di diete fallimentari.

Come gestire la fame e i sensi di colpa.

Quando si vuole iniziare un programma dietetico finalizzato al dimagrimento, per non danneggiare la propria salute, bisogna almeno tener conto dei suggerimenti del dietologo anziché seguire una dieta arbitrariamente. Quando si ricorre alla dieta dimagrante, occorre fare i conti con la fame che seguirà al cambiamento rispetto alle proprie razioni di cibo abituale. La fame è il risultato di un intricato insieme di impulsi neuroendocrini attivati da segnali fisici, chimici, meccanici e psicologici. L'assunzione di cibo consente di sfamare il nostro organismo e di trasformare la forza potenziale in essa contenuto nelle varie forme energetiche di cui disponiamo. L' organismo umano, che si sottopone a dieta restrittiva, fa esperienza di limitazioni alimentari che gli innescano un conflitto tra forze antagoniste: il bisogno di nutrirsi, primario e naturale, opposto al tentativo razionale di frenare l' appetito per favorire il dimagrimento. ,Tenuta sotto controllo, la fame tende ad aumentare facendo ricercare quegli alimenti di cui ci si è privati e inducendo alla trasgressione. Tutto ciò potrebbe generare stati di rimorso per essere caduti nella tentazione. In caso di diete fallimentari e conseguente abbassamento dell'autostima, può essere utile un percorso psicologico tendente a ristabilire una percezione positiva delle proprie capacità e rivolto a favorirne un utilizzo autonomo. Questo percorso avrà effetto sul mantenimento del programma dietetico e servirà a ridurre gli altri fattori stressanti in gioco. Nella pratica dello psicologo clinico, sono molte le richieste di aiuto di pazienti che scoprono, in sede di colloquio, che sotto la loro incapacità di perpetuare un certo tipo di dieta, vi sono motivazioni legate a stati ansiosi irrisolti che sicuramente influenzano il loro percorso alimentare.
Per saperne di più leggi gli articoli della dottoressa Scorpiniti.

 

Programma Dietetico

 

Bibliografia
Dizionario etimologico, Tristano Bolelli, Milano 2006
Nardone, G., Watzlawick, P. (1990) L'arte del cambiamento: manuale di terapia strategica e ipnoterapia senza trance. Ponte alle Grazie, Firenze.

 

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