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Passaggio pediatra 
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Vi ricordate a quanti anni avete lasciato il vostro medico pediatra per passare al medico dei grandi? Molto probabilmente il passaggio sarà stato semplice e indolore. Ma le mamme e i papà dei ragazzi tra i quattordici e i sedici anni forse si staranno ponendo un po' più seriamente questa domanda. 

 

 

Sgombriamo subito il campo da ogni facile interpretazione o auto valutazione. L’attuale convenzione prevede, dal punto di vista strettamente formale, che il bambino dalla nascita a sei anni debba essere seguito dal pediatra; mentre dai sei ai quattordici il bambino/ragazzo nella prima fase della pubertà può essere seguito sia dal pediatra che dal medico dell’adulto. Dopo i quattordici anni c’è il passaggio obbligatorio e definitivo al medico degli adulti, salvo in casi speciali, come ad esempio i soggetti con malattie croniche, che possono rimanere sotto l’assistenza del pediatra fino a sedici anni.  

Aldilà dell'età giusta per portare il bambino non più tanto bambino dal medico degli adulti è importante che il passaggio dal pediatra alla nuova fase avvenga senza troppi traumi. Purtroppo non vi sono indicazioni o linee guida da tenere in considerazione sia per i medici che per i genitori, per cui la modalità in cui avviene la transizione è largamente dipendente dalla volontarietà di cui si fanno carico i singoli medici e le singole famiglie. Anche la scheda clinica, che comunque la maggior parte di noi pediatri consegna alla famiglia al momento del passaggio, non è codificata da alcuna norma generale, né il medico dell’adulto è tenuto a richiederla. Insomma buon senso e fiducia verso i consigli e la professionalità del proprio medico sono fondamentali nel passaggio dal pediatra al medico degli adulti.

Ma secondo i genitori, quand'è meglio salutare il pediatra e lasciare il testimone al medico di famiglia? “Le cose sono molto cambiate negli ultimi anni – riferisce Giuseppe Di Mauro, Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale. Dieci anni fa la percentuale di bambini della fascia 7-14 anni assistita dal pediatra era, su base nazionale, appena del 40%, mentre oggi supera l’80% sia pure con differenze da zona a zona. Un segno inequivocabile e confortante della fiducia sempre maggiore che le famiglie hanno dei pediatri e della pediatria italiana”. Silvano Bertelloni Presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza aggiunge: “E’ anche aumentata la consapevolezza, nelle famiglie, che il pediatra sia il naturale medico di riferimento di un adolescente; quello che per formazione e pratica riesce più facilmente a cogliere i mutamenti dovuti alla pubertà e le problematiche, spesso non solo fisiche ma anche psicologiche e sociali che questa difficile età di transizione introduce”.

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