Il 90% delle persone che hanno il diabete manifestano il diabete di tipo due, forma che generalmente colpisce le persone che hanno superato i 40 anni soprattutto se affette da obesità. La comparsa di questa patologia avviene per due motivi: o la cellula Beta all’interno del pancreas non produce sufficiente insulina o l’organismo non riesce a sfruttare appieno l’insulina prodotta a causa dell’internalizzazione dei recettori per le cellule Beta.
Il diabete mellito di tipo 1 è quel tipo di diabete definito giovanile perché si manifesta in soggetti in età infantile e in Italia si stima che annualmente si presentino 6 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. è una malattia metabolica che è causata dalla mancanza o dal mal funzionamento dell’ormone insulina adibito alla regolazione del livello glicemico nel sangue.
La parola d'ordine quando si parla di diabete è prevenzione e trattamento precoce dei sintomi. Per questo l'impegno scientifico e gli sforzi medici sono tutti concentrati a sperimentare sempre più utili e efficaci tecniche di prevenzione e cura della malattia cronica, caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina.
I pazienti diabetici affetti da retinopatia diabetica proliferativa e non, hanno meno vitamina C negli occhi rispetto alle persone normali, come hanno scoperto in Spagna i ricercatori dell'Istituto per la Ricerca dell'Ospedale Universitario Vall d'Hebron.
Per la terapia insulinica sono attualmente a disposizione tre equivalenti insulinici ad azione rapida rispetto all'insulina regolare: ovvero le insuline lispro, aspart e glulisina. Queste tre insuline sono efficaci nella terapia insulinica per diabete di tipo 1 e 2, somministrabili per via sottocutanea, per pompa per infusione continua o perinfusione endovenosa.
Il farmaco Avandia, uno degli ipoglicemizzanti più comuni contro il diabete sarebbe sotto accusa perché causerebbe problemi di cuore. La casa produttrice del farmaco, la GlaxoSmithKline, secondo le indagini di una commissione americana, sarebbe stata già al corrente del fatto che tra gli ipogicemizzanti orali usati per la cura del diabete di tipo 2, l'Avandia poteva dare controindicazioni cardiovascolari, ben prima che una ricerca partita dal 2007 da parte del New England Journal of Medicine avesse sollevato le prime perplessità.