Questo regime alimentare rientra tra le diete ipolipidiche, cioè tra quelle diete che prevedono un ridotto apporto di grassi rispetto al normale. La teoria che è alla base di questo tipo di alimentazione è che i grassi aumentino i fattori di rischio di molte patologie e abbiano un apporto di 9Kcal per grammo, rispetto alle 4 assimilate attraverso carboidrati e proteine.
Ideata negli Stati Uniti da Barbara Rolls e Robert Barnet, la dieta volumetrica è equilibrata e semplice da seguire. È indicata per quanti, avvertendo costantemente senso di fame, non riescono a seguire diete troppo restrittive, oppure soffrono di fame nervosa.
Il principio base è quello di preferire alimenti poco calorici da poter mangiare senza problemi in gran quantità. Così facendo si evita anche il senso di frustrazione generato dalle restrizioni che comporta una dieta.
Non è una dieta che promette la perdita di tot chili in un certo periodo di tempo. Tendenzialmente si perde un chilo a settimana e il dimagrimento è progressivo e moderato, ma consente di mantenere i risultati ottenuti nel tempo.
Non è una vera e propria dieta, ma più che altro un regime alimentare che aiuta a ridurre i grassi saturi e abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. Per cui se il vostro obbiettivo è perdere peso, questa non è l’alimentazione più indicata, poichè la perdita di grasso in eccesso non risulta essere così significativa.
Tutta la vostra dieta, non solo la riduzione del sale, è la chiave per ottenere un abbassamento della pressione e una diminuzione del rischio di ictus, attacchi cardiaci, danni renali e altre malattie correlate. Con una giusta dieta potrete anche arrivare a ridurre le dosi dei farmaci che assumete.
Inutile ripetere che una dieta ricca di fibre è una dieta dai molteplici benefici per l’intestino, ma ora, secondo una ricerca della Harvard School of Public Health, le fibre sembrano essere anche ottime per la salute del cuore e in special modo nell’alimentazione da seguire dopo un attacco cardiaco. Assumere fibre, hanno constatato gli scienziati, aumenta le possibilità di sopravvivenza dopo l’infarto.